CATTIVO CITTADINO di Gianni Barone / MA CHE BELLO, CHE BELLO, CHE BELLO!

(Gianni Barone) – Ricordate Frate Antonino da Scasazza, alias Nino Frassica, nel programma cult anni 80 “Quelli della notte”, quando diceva: “Non è bello ciò che bello, ma che bello, che bello, che bello!”?
Ripetuto per ben tre volte, il “che bello”, non ci porta a ragionare sulla bellezza estetica tout court, di un campionato di B che si gioca gli ultimi atti, e su una squadra, Il Parma, che si gioca le sue ultime chance di credibilità di fronte a scettici e cassandre, momentaneamente ammutoliti, ma ci permette una sorta di astrazione, in attesa degli eventi decisivi che verranno, su quello che determinati valori messi in campo non hanno coinciso alla perfezione con ciò che la prassi, tifo-idea e giornalistica, aveva alla vigilia pensato, prima, e sbandierato poi.
Quando si arriva alla fine ci si dimentica un po’ di tutto e di tutti, anche se qualcuno ci tiene a far risaltare alcuni distinguo, dicendo il classico “io lo avevo detto” (nel bene e nel male, a seconda di come andranno poi a finire le cose), senza timore di essere smentiti perché non tutti si prendono la briga di andare a verificare il pregresso, in termini di pronostici o analisi tecniche preconcette, emessi.
Il “come volevasi dimostrare” di qualche acuto e attento osservatore o analista Tv, sebbene non confermato dai riscontri oggettivi di cui sopra, non è che serva poi tanto alla causa, visto che può essere solo utile alla sviluppo dell’ego, già smisurato di suo, di chi pone il vanto delle proprie affermazioni rilasciate, in favore di telecamera, in tempi, decisamente, non sospetti.
Ma il punto non è questo, come non è neanche quello di chi parlava di un torneo mediocre, sul piano tecnico, in cui chi possedeva la nobiltà delle doti tecniche, è poi affondato nelle paludi plebee della B, venendo inghiottito da tanta bruttezza e non riuscendo a riemergere, per nessun motivo, pur in presenza di valutazione ed ingaggi sontuosi e non in linea con la media generale, inferiore, dell’intera categoria.
Non si parla neanche più di bellezza del gioco che alla fine paga, perché non sempre gli orpelli e ricami hanno reso giustizia a chi, ritenendosi scienziato della materia, aveva abiurato nei fatti quelli strumenti rudimentali e arcaici che la traduzione calcistica italica, aveva nei decenni, da sempre proposto o esaltato.
Non ci sono regole e canoni precisi per quantificare e qualificare i successi e le vittorie, esse scaturiscono, come qualche asso della critica locale, ci vuole ora far credere, anche dalla “medievale” buona o cattiva sorte. Leggi fortuna (= culo) verso cui hanno girato alcuni episodi nell’ultimo positivo scorcio di stagione dei Crociati. Quando le idee per formulare motivazioni valide o credibili scarseggiano, ecco che elementi imperscrutabili, semi- divini, trovano spazio anche nei discorsi più avveduti dei supposti dotti.
Quindi il bello che avanzava all’inizio, in tema di gioco da proporre per trasformarsi nel fuoco dei risultati, ecco che, a conti fatti, ora arranca più che mai e non trova spazio nei commenti e nei giudizi di fine corsa.
Non sarà stato un campionato bello, né in generale e neanche in particolare per ogni tipo di squadra, ma sicuramente avvincente nell’epilogo per tutte le emozioni che ha dato e che ancora avrà l’agio di dare. Con nove partite su dieci, che all’ultima giornata, devono ancora esprimere verdetti decisivi, l’interesse e lo spettacolo, aldilà della bellezza che latita o manca, sembrano senz’altro essere assicurati come i maitre a penser dei tre quotidiani sportivi, si premurano di affermare.
Non ci sono formule esatte per primeggiare in questa categoria e neanche correnti di pensiero assolute: vincono Frosinone e Genoa percorrendo strade opposte, quella della programmazione dei ciociari che confermano dopo la delusione dello scorso anno, alla guida tecnica quel Fabio Grosso affrancatosi ( al momento) dalla nomea di perdente di successo, e quella del cambio in corsa dei grifoni genovesi, grazie alla promozione in prima squadra di Gilardino: intuizione felice, frutto più del caso che non scaturita da una reale approfondita analisi costi/benefici della svolta tecnica operata.
Per la terza piazza ci sono quattro squadre sicure in lizza: due neopromosse a sorpresa come Bari e SudTirol, e due nobili decadute come Cagliari e Parma, che imboccando strade opposte (il cambio tecnico degli isolani e la conferma dei parmensi) sono sulla carta favorite, in attesa di conoscere le avversarie al primo turno, semmai i sudtirolesi di Bisoli difenderanno il piazzamento meritato dopo un campionato super, tra il lotto di ben sei compagini (Venezia, Palermo, Pisa, Reggina, Ascoli, Como) non tutte di prima fascia, ma forse neanche di seconda. Della serie nel calcio ci vuole “Oc, pasiensa e bus dal cul”: su questo penso si riesca ad essere tutti d’accordo in quanto l’istinto, l’attesa paziente dell’arrivo del cadavere del nemico in fondo al fiume, e soprattutto la “beneamata” fortuna, hanno sempre la meglio sulla logica, sulla ragione, sul logos e su tutto ciò in cui dotti, sapienti e scienziati (o medici e sapienti alla Bennato) si arrovellano, invano, ad ogni piè sospinto.
Pecchia ha finalmente responsabilizzato giocatori e squadra, qualcuno afferma, e lo ha fatto in fondo, verrebbe da aggiungere, e non lo poteva fare prima? Qualcuno eccepisce: Meglio tardi che mai (sdong) e di luogo comune in banalità ci avviciniamo alla fine per vedere come andrà a finire (strasdong). E potremo aggiungere “chi vince ha sempre ragione”, e tante altre scontate amenità, ma nella fiera della vanità nascoste c’è spazio per tutti e per tutto, tanto prima o poi tutti possono avere ragione, anche chi aveva torto.
Quindi teniamoci l’attesa, la suspance, la sorpresa, ciò che da sempre avvince, nel calcio, in tema di duelli, giocate sporche, colpi di testa, di piede, e soprattutto di culo, perché alla fine l’unica vera filosofia che conta è quella che la maschera del frate impersonata da Frassica da decenni non smette mai di essere di moda. Che bello, che bello, che bello! Anche la bruttezza del gioco a volte paga… Gianni Barone

Gianni Barone

Gianni Barone, al secolo Giovanni Battista, nasce a Casale Monferrato (Alessandria) nel 1958 e si trasferisce a Parma nei primi anni 60. Qui matura la sua grande passione per il calcio, prima in qualità di calciatore dilettante fino alla Prima Categoria e poi, di allenatore, direttore sportivo, radio-telecronista, conduttore e opinionista di talk show sportivi. Giornalista pubblicista dal 1990, inizia con Radio Emilia nel 1983, prosegue con Onda Emilia (dal 19849 e Radio Elle (dal 1990). In Tv cura i collegamenti da Parma per "Il Pallone nel 7" (1991-92) di Rete 7 (BO) e collabora con la redazione di Retemilia. Negli anni Novanta effettua telecronache e servizi per il TG sulla squadra Crociata per Teleducato. Dal 2002 al 2008 produce servizi dal Tardini per Telenova di Milano all’interno della trasmissione "Novastadio". Nel 2009 commenta per La7 digitale terrestre e per Dahlia Tv, le partite del Parma Calcio in Serie B. L’attività di telecronista, conduttore e opinionista lo vede nel tempo collaborare anche con San Marino Tv e 7 Gold. Dal 2016 è titolare della rubrica «Cattivo Cittadino» sul quotidiano on line Stadiotardini.It, di cui è vicedirettore esecutivo. Attualmente, per il service Edirinnova, commenta le partite di serie D del Lentigione trasmesse da Telereggio ed è frequentemente ospite di Bar Sport su 12 Tv Parma. Allenatore UEFA B, istruttore qualificato Scuola Calcio, è stato direttore sportivo di settore giovanile alla Langhiranese Val Parma dal 2010 al 2013, e al Juventus Club Parma dal 2014 al 2015. E' autore del libro «Il metodista (Storia della tattica calcistica) edito da Edizioni Progetto Cultura, Collana Sempre Sport (Anno 2006).

4 pensieri riguardo “CATTIVO CITTADINO di Gianni Barone / MA CHE BELLO, CHE BELLO, CHE BELLO!

  • 16 Maggio 2023 in 19:33
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    Vigorito evidentemente non ne ha avuto abbastanza. Carli è vilipendio di cadavere del povero Benevento. A questo punto siccome vuole sparire dal calcio professionistico poteva prenderci Perder sola e farci anche un favore

  • 16 Maggio 2023 in 21:27
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    I cavalli di razza si vedono sempre alla fine 😉

  • 17 Maggio 2023 in 13:26
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    Non mi trovo del tutto d’accordo.

    Credo che il campionato si stia concludendo in crescendo ma purtroppo credo che se anche i playoff si vincessero con una sola partita avremmo comunque non più del 50% di possibilità di gioire (cosa che spero vivamente di fare), figuriamoci dovendo affrontare 3 turni..

    Credo che NON sempre chi vince ha avuto ragione.

    Credo che Pecchia ci abbia messo il suo tempo, prendendo anche qualche decisione discutibile, per costruire una squadra coi giocatori che si è ritrovato (confermandosi un grande allenatore).

    Credo che i risultati siano arrivati quando l’infermeria s’è svuotata, quando si è preso finalmente atto che in rosa non abbiamo un centravanti che possa giocare titolare.

    Dovesse quindi succedere di giocare in altre categorie la stagione prossima, più che dare ragione al DS io darei il peso che merita al mister ed il suo staff.

    Chiaramente è facile dire che se tutto questo fosse avvenuto un mese o due prima, ora staremmo parlando da un’altra categoria.

    Penso però che, al netto della possibile promozione ai playoff, con questa regolarità di risultati si potrebbe ambire alla promozione diretta l’anno prossimo.
    Ovviamente per questo serve mantenere il gruppo, magari con pochi innesti mirati.

    Intanto battiamo il Venezia (orfano di Vanoli..altro bell’allenatore…poi si vedrà.)

    • 17 Maggio 2023 in 16:54
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      Senza centravanti non vai da nessuna parte in nessuna categoria. Purtroppo finché ci sarà un direttore sportivo inadeguato e incapace non si avranno mai risultati. Men che meno con una impostazione che vedrà arrivare sempre più africani dal Belgio o polacchi o Dio sa cosa e da dove

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