IL GALLO DI CASTIONE / IL PARMA E’ SEMPLICEMENTE DIVENTATO UNA SQUADRA DI CALCIO
(Il Gallo di Castione) – “So di non sapere”, disse Socrate davanti alla giuria che lo condannò a morte rendendolo il primo martire in difesa della libertà di pensiero. Che è quella cosa, la libertà di scrivere ciò che senti, che è spesso soggetta a dei limiti fisiologici, fisiologici come i bisogni. Certo, nessuno ti potrà mai impedire di evacuare felice, ma è sconveniente farlo in pubblico, anche se in alcuni momenti l’impellenza esclude di considerare la logistica.
Chi prova a far satira quindi lo sente che sta esagerando nell’esternare, eppure per amore di una battuta sfida le leggi della convenienza e del politically correct. Ma come sosteneva Umberto Eco “Il comico è una faccenda difficile. A capirla si è risolto il problema dell’uomo sulla terra.”
Se, andando per ortiche per fare i tortelli, vi urticate vi nasceranno pensieri urticanti del tipo: “Sono tempi strani questi: – Usiamo aromi artificiali per fare la limonata e usiamo limoni veri per lavare i piatti. – Ce la prendiamo con chi scappa dalle guerre, invece di prendercela con chi fa le guerre. – Se a Gesù venisse ancora in mente di scendere giù per chiedere ai ricchi di aiutare i poveri, verrebbe come minimo preso a badilate (anche dai poveri) e poi di nuovo messo in croce, perché noi sceglieremmo comunque e sempre per Barabba.”
Ma proviamo, più lungamente e precisamente a parlare di questa squadra del pallone e a dar risposta a una domanda che nasce spontanea: che cosa è successo a questa squadra che ha cominciato a vincerle tutte se togliamo il pareggio di Benevento? È semplicemente diventata una squadra di calcio dove tutti giocano per la squadra.
E poi son finiti gli esperimenti e tutti i giocatori son stati messi nella condizione di rendere al meglio.
Resto dubbioso sulla difesa, vedi la coppia dei centrali difensivi, che raramente sono confermati ed a ogni partita devono trovare l’intesa.
E resto dubbioso su Man e Sohm, che stanno facendo buone partite e che però lo fanno con i più talentuosi Bernabè e il Mudo che si sacrificano per coprirgli il culo.
Però, col Venezia ritroviamo il portierone che fa tre parate da campione, ma che sul gol e sulla traversa finale che ci ha graziato si fa un riposino che poteva costarci caro. Ma il suo agonismo e la sua carica (ci avrà anche un poco di esperienza ?) sono stati e saranno preziosi negli incontri decisivi.
Poi non si scopre oggi il soldatino Delprato, sempre sul pezzo ed invece Kuli sta giocando veramente bene, in difesa e sulla spinta offensiva.
Di questa squadra è piaciuta la sapienza tecnica e tattica di interpretare i vari momenti della partita, attaccando e rinculando in dieci alla bisogna.
Estevez grande tuttocampista che ha fatto tremare il palo del Venezia, Zani meritava il gol, secondo palo in due partite, contento che non dobbiamo rimpiangere le occasioni perdute.
Veniamo alle casistiche topiche: quel Man che sbaglia un gol pensando di girarla in rovesciata, dimenticando che importante è buttarla dentro (vedi Camarà) anche di piattone.
Benek, arruolabile sempre quando serve, e quell’omaccione scuro di pelle che riemerge dai contrasti sempre con la palla al piede e serve l’assist-vittoria al nero di casa che rompe per l’ennesima volta gli equilibri e si dimostra ingresso vincente sullo scacchiere di Pecchia.
Ed allora andiamo ai play off, con finali due più (eventualmente) due perché non facciamo il turno preliminare.
Che cosa serve per vincere? Semplicisticamente fare un gol di più che gli avversari, oppure prenderne uno di meno. Di più la seconda che ho detto, in quanto potrebbero bastare 4 zero a zero se non troviamo il Bari in finale. Basterebbe, quindi evitare le distrazioni difensive che hanno costellato la nostra stagione, ma lo vedo improbabile.
Allora potremmo affidarci al Mudo perché ci guidi là davanti e al portierone perché ci dia sicurezza là di dietro. Sappiamo che l’esperienza di chi ha giocato tante partite importanti sarà fondamentale, ma ora abbiamo una squadra che, peraltro, ha spesso perso partite per distrazione e leggerezza con le ultime in classifica mentre si è sempre esaltata con le squadre più forti.
Vincere o perdere, questo è il dilemma. Il Cagliari di Rainieri (mica il cantante) e il Bari di De Laurentis sono gli ostacoli da superare, vedremo come andrà a finire.
Il Bari di De Laurentis che, per inciso, nel film del campionato è stato fortunato due volte, ha fatto tredici sia nei rigori a favore che nelle espulsioni degli avversari, sicuramente e solamente perché per fermarli gli avversari son stati cattivi. E casualmente parliamo preventivamente degli arbitri, che a memoria banfiana arrivano dopo la palla che è rotonda e poi l’arbitro che è cornuto. Gli arbitri non sopportano chi gli fa le corna in autostrada, cioè scendono dalla macchina e stanno con le loro mogli in mezzo al traffico.
Ma lasciamo le lungimiranti visioni calcistiche e il luogo comune sull’arbitro, per andare verso altri luoghi comuni. Qui una volta era tutta campagna, non ci sono più le mezze stagioni, ma neanche le stagioni intere, che messe insieme mi ricordano mio nonno che mi raccontava dei lunghi inverni freddi della campagna.
E nessuna ricerca su google potrà mai sostituire un “mio nonno diceva…” La domenica si svegliava e pensava che la chiesa era vicina, ma la strada era ghiacciata. E poi ponderava invece che “L’osteria è lontana, camminerò con prudenza.” Tempi lontani, un po’ romantici, dove si viveva nel rispetto e nel timore della natura. Ora invece sono tempi bastardi in cui ci appassioniamo di più per un lupo che si è perso in città, che per le vittime dell’alluvione romagnola. “I migliori scienziati del mondo ci stanno dicendo che le nostre attività stanno cambiando il clima e che se non agiamo con forza continueremo a vedere i mari che si alzano, maggiori ondate di calore, sempre più pericolose siccità ed inondazioni, e altre catastrofi di massa che potrebbero scatenare migrazioni, conflitto e fame in tutto il globo.” cit. B. Obama. Il Gallo di Castione
In B basta poco, non servono inutili fronzoli. Undici giocatori in forma e nelle loro posizioni ideali e in un mese si passati dal centro classifica al quarto posto.