CATTIVO CITTADINO di Gianni Barone / LAMPI DI CALORE DEL CALCIO ALL’INCONTRARIO

(Gianni Barone) – B.B., ai tempi d’oro del cinema anni 60, era la sigla con cui tutti gli appassionati e gli amatori del genere identificavamo la divina e attraente Brigitte Bardot: ora ciò che attrae nell’inizio sprint di questo Parma vincente, nonostante tutto, nonostante, tutti, ha sempre le stesse identiche lettere B. B., che stanno a significare e santificare Beneck/Barnabè, i quali segnano sempre loro, come il Ganz dei bei tempi andati, sia con Feralpi che con Cittadella: il polacco sempre su rigore, questa volta lampo ad inizio gara, mentre lo spagnolo ancora in diagonale, nell’inizio fulminante della ripresa, sull’asse dei due giocatori appena subentrati (lui e Begic) al posto degli spenti Sohm e Bonny, versione passata stagione.
Due lampi di calore che diventano di colore per certificare e garantire l’essenzialità e la praticità di una squadra che, sulla carta, dovrebbe, alla Rovazzi, “andare a comandare” il gioco, ma che, nella realtà – e i numeri del possesso palla lo dimostrano in maniera inequivocabile – finisce per subirlo da parte delle sue prime avversarie di questo campionato, asimmetrico più che mai, oltre che nel calendario incompleto, anche in questi primi esiti.
Ti aspetti l’identità di una squadra favorita, che alla fine vince, due volte su due, convince i tifosi, ma la stessa cosa non riesce a farla con chi si professa o in effetti è critico della materia a tutti gli effetti.
62 a 38 il possesso a favore del Cittadella, chi l’avrebbe mai detto alla vigilia? Non doveva essere la squadra di Gorini a chiudere tutti i varchi a chiudersi in difesa per ripartire, e invece è successo l’esatto contrario, il Parma di Pecchia diventa grande, si dimostra grande, giocando da piccola contro una piccola che si crede grande con l’intraprendenza, il coraggio, e mettiamoci pure l’ingenua presunzione di poterla spuntare, macinando gioco e manovre per quasi tutto l’incontro, senza essere mai in grado di riuscire minimamente a pungere in avanti.
Della serie “tanto rumore per nulla”: non con “la fantasia al potere”, ma con tanta frenesia, tanto fumo e pochissimo arrosto contro il Parma, che pur soffrendo a tratti dietro, regge l’urto e risponde con la tattica del calcio “all’incontrario”.
Cambia anche sistema tre volte: il Parma, per fronteggiare la superiorità da parte dei veneti, che si verifica sul campo nella zona centrale, alla fine consacra Bernabè, e prima di lui Beneck, come elementi determinati negli episodi a favori sfruttati al massimo.
Senza Man ,con Partipilo le cose non cambiano rispetto alla prima, anche se l’ex Ternana, decisivo in apertura di gara, sembra ancora non essere in linea con il resto della squadra in termini d’intesa: i suoi tagli in area non vengono, ancora, avvertiti, metabolizzati, capiti dai suoi nuovi compagni: al posto di Palumbo che lo imbucava a Terni, ora c’è Hernani, che viene apprezzato per altre cose, anche se ancora il brasiliano a me non pare l’elemento in grado di poter fare la differenza in mezzo in fatto di qualità come qualcuno afferma o scrive: meglio la squadra del finale con Bernabè in mediana al suo posto. Anche se, ad onor del vero, lo spagnolo è apprezzabile di più, in versione goleador, quando parte da posizione più avanzata. Ce ne vorrebbero due come lui.
Comunque, lo ribadiamo: se qualcuno vuole battere il Parma, non lo deve fare scegliendo la strada del gioco: Il Parma, questo Parma, si può tentare di batterlo difendendosi, facendo, se serve, anche le barricate e non affrontandolo a viso aperto, perché la squadra di Pecchia, in questa versione di calcio “all’incontrario”, ha talmente tante soluzioni offensive diverse, a seconda di chi c’è in campo, o di chi entra, che riesce difficile, stando ai fatti, se non impossibile, superarlo, e al momento risulta anche arduo fargli gol, per chi come Feralpi e Cittadella, non possiede attaccanti particolarmente forti e incisivi sotto porta.
LaMantia, domenica scorsa, Pittarello, Magrassi, Maistrello, Pandolfi, ieri sera, sono riusciti a fare solo il solletico alla difesa, senza mai impensierire Chichizola, nonostante qualche incertezza che i due centrali Osorio e Balogh non hanno smesso di palesare.
Per il momento va tutto bene, per tutti e non solo per l’accondiscendente “madama la marchesa”, però che non mi si venga a dire che l’identità del Parma sia quella di imporre il proprio gioco, perché nessuno, vedendo queste prime due partite vinte in modo diverso, ci può convincere del contrario. Per lo meno finora. Gianni Barone – FOTO K73

Gianni Barone

Gianni Barone, al secolo Giovanni Battista, nasce a Casale Monferrato (Alessandria) nel 1958 e si trasferisce a Parma nei primi anni 60. Qui matura la sua grande passione per il calcio, prima in qualità di calciatore dilettante fino alla Prima Categoria e poi, di allenatore, direttore sportivo, radio-telecronista, conduttore e opinionista di talk show sportivi. Giornalista pubblicista dal 1990, inizia con Radio Emilia nel 1983, prosegue con Onda Emilia (dal 19849 e Radio Elle (dal 1990). In Tv cura i collegamenti da Parma per "Il Pallone nel 7" (1991-92) di Rete 7 (BO) e collabora con la redazione di Retemilia. Negli anni Novanta effettua telecronache e servizi per il TG sulla squadra Crociata per Teleducato. Dal 2002 al 2008 produce servizi dal Tardini per Telenova di Milano all’interno della trasmissione "Novastadio". Nel 2009 commenta per La7 digitale terrestre e per Dahlia Tv, le partite del Parma Calcio in Serie B. L’attività di telecronista, conduttore e opinionista lo vede nel tempo collaborare anche con San Marino Tv e 7 Gold. Dal 2016 è titolare della rubrica «Cattivo Cittadino» sul quotidiano on line Stadiotardini.It, di cui è vicedirettore esecutivo. Attualmente, per il service Edirinnova, commenta le partite di serie D del Lentigione trasmesse da Telereggio ed è frequentemente ospite di Bar Sport su 12 Tv Parma. Allenatore UEFA B, istruttore qualificato Scuola Calcio, è stato direttore sportivo di settore giovanile alla Langhiranese Val Parma dal 2010 al 2013, e al Juventus Club Parma dal 2014 al 2015. E' autore del libro «Il metodista (Storia della tattica calcistica) edito da Edizioni Progetto Cultura, Collana Sempre Sport (Anno 2006).

5 pensieri riguardo “CATTIVO CITTADINO di Gianni Barone / LAMPI DI CALORE DEL CALCIO ALL’INCONTRARIO

  • 27 Agosto 2023 in 07:58
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    Vorrei ricordare che in campo ci sono anche gli altri, e Cittadella e Salò devono pensare prima di tutto a salvarsi, quindi la preparazione e di conseguenza la condizione atletica indirizzata a mettere punti in cascina fin da subito, abbiamo subito soprattutto la corsa degli avversari, la loro capacità grazie a questa, di sovrapposizione e occupazione degli spazi a centrocampo, i nostri elementi più pesanti fisicamente in difficoltà a causa del loro tourbillon.
    Con i correttivi dietro, Osorio riportato a dx e la squadra in fase difensiva 4141, con l’inserimento quindi di due elementi più agili, la partita in un amen è finita, il resto accademia. Non diamo colpe eccessive ai difensori, nel primo tempo tutta la squadra era automaticamente in balera, ma tiri in porta 0, decisamente più pericoloso il Salò.
    Continuiamo così. FORZA PARMA.

  • 27 Agosto 2023 in 09:42
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    Balord Balogh non è proponibile a questi livelli (anche se molto bassi). Lo abbiamo già visto sulla nostra pelle l’anno scorso. Serve un centrale. Pederzoli sveglia!!!!!!

  • 27 Agosto 2023 in 10:45
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    Osorio comunque due partite e praticamente zero cazzate. Se le tiene in frigo per il derby?

  • 27 Agosto 2023 in 14:48
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    l anno scorso gran posesso palla e avremmo fatto zero punti con queste squadrette ! finalmente liberati da vasquez la squadra sa giocare in velocità e se necessario in contropiede ( pensate se mai tornerà in forma mihala ) , dico finalmente la cazzata del posesso palla lasciamola agli altri ……… ci lamentavamo di maresca adesso se permettete godo facciano anche 90 % di posesso basta non vedere spal benevento ascoli ecc un tiro un goal e noi le pive nel sacco

  • 27 Agosto 2023 in 16:24
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    La squadra sembrava in rodaggio. Nel primo tempo non si capiva dove fosse la difesa e dove stesse il centrocampo. Collosi. La poca concretezza negli ultimi 15 metri del Cittadella ci ha evitato di subire gol anche perché i Padovani scendevano indisturbati fin quasi ai nostri 30-35 metri (e questa non è ricerca di compattezza, è solo una cosa da non ripetere). Abbiamo però anche tanta qualità da poter essere dominanti in qualsiasi momento ma spendiamo questa grazia ancora con troppa parsimonia. E poi, Pecchia con Bernabè sbaglia (ed è evidente che è una scelta voluta, non derivata da ritardi di condizione dello Spagnolo) e commette un altro errore cambiando i 2 centrali titolari visto che Circati è più forte e rapido di Balogh e il Colonnello che ormai è un’istituzione (e sempre più forte nel grappling) si trova meglio con L’Aussie. Ieri sera Bernabè è stato il migliore, Benek ha fatto una bella gara (meglio che contro la Feralpi ma non andava così spremuto) e Partipilo e Delprato (per piacere Pecchia lascia giocare il capitano terzino…) hanno fatto bene. Colak invece mi sembra ancora molto indietro come condizione mentre Estevez andrebbe duplicato ma la mia curiosità più grossa ormai è quella di vedere (Pecchia permettendo) altre partite di Begic che ha alternato cose assai..pregevoli a qualche leggerezza. Ps I detrattori di Vivaldi (e io non sono tra quelli) dicono che abbia scritto 500 volte lo stesso concerto. I critici di Pecchia (tra cui il sottoscritto, dopo l’anno scorso si può esserlo no?) affermano invece che il mister abbia giocato 500 volte con lo stesso modulo di partenza… Per fortuna ieri, ad un certo punto, Oliver e l’analista francese, (sentendo la gente intorno) gli hanno detto di cambiare musica, e di addensare il centrocampo. Un plauso al Cittadella low-cost e quasi tutto Italiano.

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