CATTIVO CITTADINO di Gianni Barone / L’IMPORTANZA DELLE POSIZIONI
(Gianni Barone) – Siamo solo all’inizio della stagione sia di A che di B e già qualcuno parla di tramonto dei moduli, intendendo, in ogni caso, che oramai parlare solo di sistemi tattici (aggiustiamola cosi) risulta essere molto parziale alquanto riduttivo, in un più ampio discorso legato alla posizioni che i giocatori assumono, via via in campo, nelle varie situazioni di gioco in cui vengono chiamati ad intervenire.
Il gioco posizionale sta prendendo corpo oltre che sul campo, dove alcuni tecnici paiono volere orientare tutto il discorso legato alla tattica riversando tutte le nuove idee di gioco conseguenti, anche nei discorsi sui giornali per il momento, quelli specializzati ancorché popolari come la Gazzetta dello Sport (da molti ritenuta in materia vero e proprio Vangelo, apocrifo aggiungiamo noi), presto arriveranno anche in Tv nei vari bar dello sport, disseminati, via etere o Tv sat, nella penisola, per poi finire la corsa nei bar propriamente detti, sempre che, negli stessi, ci sia ancora spazio, come un tempo, oltre che per le dispute dialettiche fra fazioni tifoidee differenti, anche per i ragionamenti legati alla tattica post anni 90, quando cioè si era cominciato a disquisire di moduli, di tattiche, e più raramente di sistemi di gioco propriamente detti.
L’alba di qualcosa che presuppone il tramonto di qualcosa d’altro, sembra essere non dico di moda, sarebbe troppa grazia al momento, ma di attualità dopo che qualche tecnico, citiamo fra tutti l’attuale allenatore esordiente in B, del Modena Paolo Bianco (di cui ci siamo occupati in un precedente numero della nostra rubrica) ha paventato l’ipotesi della «fine cerebrale» dei cosiddetti moduli (avrebbe dovuto dire per l’esattezza che il suo ruolo, federalmente acquisito, gli avrebbe dovuto imporre, sistemi, ma tant’è…) in luogo di una nuova concezione di occupazione di spazi da parte dei giocatori nel corso della partita, abbandonando la consuetudine di fare riferimento alla convenzionalità delle rappresentazioni statiche, dei sistemi (o moduli se vi riesce meglio la comprensione) per identificare le posizioni di partenza dei vari giocatori e le distanze, teoriche o ipotetiche tra gli stessi o tra i vari reparti, sempre in regime statico.
Ricordiamo ciò che disse un tecnico argentino una volta dopo una gara persa “io li avevo messi in campo benissimo, con la tattica giusta all’inizio, disegnata alla perfezione, peccato, poi, che muovendosi hanno rovinato tutto”.
Negli anni, l’importanza di tali rappresentazioni hanno raggiunto livelli di popolarità incredibili presso larghissima parte, oltre che della stampa, anche di quella tifoseria a cui importa solo se la propria squadra vince e nulla più (direi la maggioranza assoluta degli aventi diritto di scelta, di opinione e perfino di parola nelle interviste fuori dagli stadi che fanno tanto glamour o meglio audience).
Eppure se andiamo indietro, agli albori della zona, prima, quando, c’era solo il vituperato catenaccio, certe visioni grafiche non esistevano, qualcuno aveva avuto, come il sottoscritto, l’ardire di rappresentare graficamente gli schieramenti su di un giornale locale, la Tribuna di Parma, antagonista della corazzata Gazzetta, solo per l’attimo di una stagione (o di un girone), subendo lo scorno e lo sbeffeggiamento da parte di qualche giornalista (poco acuto e poco lungimirante verrebbe da eccepire ora a distanza di tempo e di evoluzioni del costume calcistico) della testata ammiraglia, il quale sorrideva del fatto che, così rappresentando, non si riusciva a capire molto, visto che i giocatori che avevano cognomi più lunghi, davano l’impressione di occupare più spazi e più posizioni rispetto a chi aveva il nome più corto. Tipo Cannavaro più di Baggio. Poi tutti seguirono l’esempio del giornale più piccolo, arrivando ai giorni nostri in cui nessuno, per nessuna ragione al mondo, né di spazio, né di posizione, e neppure di cognome lungo o corto che sia, rinuncerebbe a quel tipo di rappresentazione grafica, divenuto a tutti gli effetti quasi «universale».
Nessuno ride o sbeffeggia, ora, però, se é vero come é vero che il gioco posizionale sarà il futuro e d’ora in poi solo di quello occorrerà discutere, come la mettiamo o la metteremo la questione?
Non sul cavalletto, perché non si tratta di una moto. Anche le stesse Gazzette, sia di Parma che dello Sport, insieme a tutti gli altri, dovranno escogitare qualcosa per far fronte a questo tipo di rivoluzione copernicana, in salsa tattica, rischiando all’inizio, anche di essere deriso e coglionato dal primo «la qualunque», o no? Intanto le scaramucce sono già iniziate e la rosea ha voluto cogliere tutti d’anticipo sparando tre sottotitoli di questo tenore. Primo: «moduli e ruoli flessibili: contano più i compiti della posizione in campo». Secondo: «diminuisce il palleggio più verticalizzazioni e lanci sulle punte». Terzo: «la pressione si è alzata e ci sono più giocatori sopra la linea della palla».
Ma se entriamo nello specifico e nel vivo dei pezzi di cui abbiamo diffuso la titolazione leggiamo «si è visto perfino qualche lampo di gioco posizionale… questo modello si basa, come dice il nome stesso, sull’importanza delle posizioni da occupare e nelle quali far pervenire il pallone con un fraseggio rapido. L’obiettivo è trovare lo spazio da riempire, specialmente tra le linee e nelle mezze posizioni, e la superiorità numerica».
Chiaro no il discorso? Niente più ruoli, niente più moduli, niente più sistemi, ma solo posizioni, e spazi da occupare tra e dentro, sopra e sotto le linee, sempre che la cosa, geometricamente, sia possibile ed attuabile nella dinamica della realtà. Cambiare tutto per non capirci più niente.
Qualcuno forse un po’ troppo acuto, per i tempi, potrebbe azzardare: ma allora è quello che fa il Parma di Pecchia quando attacca, o no? Lui che non vuole punte fisse, trequartisti fissi, ali fisse, mediani fissi, ci è già arrivato prima di altri o insieme ad altri come lui, anche se deve ancora subire critiche per la difesa che ogni tanto balla, ma la stessa gli spazi non li deve trovare, ma li dovrebbe coprire trovando di conseguenza le posizioni giuste.
Lo so: adesso non è ancora tutto chiaro all’uditorio più semplice e meno avveduto composto da coloro che ci hanno impiegato una vita a capire i ruoli e i moduli e sistemi e già subiscono e sentono parlare di altro da chi va formulando nuove teorie ancora un po’ astruse e troppo difficili da comprendere per “esseri normali”.
Eppure c’è qualcuno, come Guardiola, che dopo il tiki taka si era gingillato come precursore del “gioco posizionale”, che (alla Nietzsche) sta andando oltre l’uomo alla costante ricerca di un’evoluzione del posizionale stesso, da lui scelto, oppure come qualcuno che scegliendo la tattica “gasperiniana” (praticata anche dal nostro ex Patrick Fava con perizia) “dell’uomo contro uomo a tutto campo” ha dato quasi l’impressione di guardare all’indietro per andare avanti.
Di sicuro aspettiamoci altre novità e altre conservazioni di idee, pensieri e principi: il calcio è bello perché è vario, talvolta avariato, però vario e degno di ogni tipo di evoluzione, interpretazione, rappresentazione e sensazione.
Oltre alla gambe, pardon, al modulo ,c’è di più, sicuramente. Facciamo finta che ciò che cambia non riescirà a sconvolgerci più di tanto. La funzione della finzione continua… Gianni Barone
La Cremerdese con l’aiuto del Ds esterno Perder Sola ha messo su l’attacco che avremmo dovuto avere noi: Coda, Vazquez e Zanimacchia. Lascio agli espertoni di strategie mercantili ogni commento. Per me siamo nei pazzi.
Poi qualcuno avrà il coraggio di dire che è meglio Bonny, Ciolac/Carpentiere e Partipilo ma ovviamente chi non ha l’anello al naso non ci casca
Coda andava preso anche solo per non farlo andare da una diretta concorrente. Così si muovono le grandi squadre e i grandi Ds. Così facendo la Cremerdese farà come il Genoa dello scorso anno e a questo punto resta solo un posto per la promozione. A me cascano le braccia di fronte a tanta incompetenza e arroganza
Il tutto si riassume alla fine con: buttare la palla dentro la porta avversaria una volta in più dell’avversario, no?
A me sembra che Pecchia stia semplicemente cercando di far attecchire a Parma le idee calcistiche di Benitez (di cui 10 anni fa, al Napoli, era vice). Dallo Spagnolo il nostro mister ha mutuato anche integralismo tattico (centrocampo a 2 tranne che in fase difensiva), ricerca totale dell’equilibrio anche trasversalmente (ricordiamo tutti quei cambi di fascia che l’anno scorso ordinava? alcuni di questi ci sono anche costati cari) e non solo in senso longitudinale, turnover massiccio etc etc . Prevedo lunghe sedute in panca per il nostro miglior uomo, Bernabè…. E come lo Spagnolo non ebbe esitazioni a far fuori per esigenze tattiche il capitano azzurro Cannavaro. Eppure quei Napoli di gol ne subirono… Vedremo.
Appunto. Coda, Vazquez. Bonni, Ciolac
Davide
Posso essere con te nel definire l’attacco della Cremonese discretamente forte, ma come ben sai è anche il resto che conta e la promozione non è mai scontata. Spezia, Venezia Sud Tirol e Samp hanno carte in regola per salire. Ritengo il Parma, ad oggi, ancora una squadra immatura e mi aspetto un campionato in altalena a meno che si rinforzi la difesa come più voci sostengono.
C’è chi vede il Parma molto più forte per la dipartita di Vazquez, ma è lo stesso che parlava di corazzate, A2, e giocatori fenomenali … alla fine al quarto anno i giovani di belle speranze sono cresciuti, alcuni brocchi sono in fase di lancio, quindi ci si aspetta il colpaccio. L’operato sportivo tra acquisti e vendite è stato incomprensibile ai più, la svalutazione importante … e questo tasto, primancora delle vittorie, è quello che agita Mr. Giacca atermica.
Come ha detto Pecchia il Feralpi dirà la sua in campionato, quindi la vittoria è stata vera … forse.
Ugo amico mio. Il fatto che i più che parlano di A2, di Bonni (che a me continua a far venire la sciolta) nuovo Mbappé e di squadra fortissima non vedono è che la Cremerdese è stata di fatto costruita più da Pederzoli che da Giacchetta. Lasciando andare il Mudo senza cautelarsi, non prendendo Coda quando anche Brugnoli lo aveva dato per fatto e mettendo su la ridicola commedia Zanimacchia. Quindi se la Cremerdese farà come il Genoa i pochi tifosi grigio rossi dovranno ringraziare il nostro abile Ds. Ovviamente a Craus che la serie A non interessa di tutto questo non frega nulla e anzi rinnoverà il contratto al modesto ed osservatore diventato senza nemmeno sapere lui perché Ds.
La Cremonese sta per prendere Palanca e Protti, che Pederzoli non ha voluto prendere, visto che in serie B hanno sempre segnato caterve di goal.
Peggior DS non poteva capitarci. 😂😂😂
Non dirlo che ti dicono che sta facendo un lavoro super. Per la Cremonese che salirà in A. Spero che ci sia un premio promozione anche per il bresciano, anche se conoscendo la pioccioneria di Arvedi se fossi in Pederzoli mi sarai trovato un altro datore di lavoro.
Tutto dipende dai 2 krause e ogni errore “tecnico” porta la stessa firma… (superficialità dovuta ad inesperienza e presunzione dovuta alla loro estrema ricchezza). Pederzoli è un prestanome che non ha nessun potere, è solo una piccola rotellina liscia, dell’ingranaggio. Anche Pecchia però conta molto poco ed il Belga lo vedremo presto in Università, tenere interessanti seminari di Medicina dello Sport che daranno lustro alla nostra società. I tifosi invece contano un po’ di più…Sono un serbatoio di soldi ma soprattutto devono essere tenuti buoni perché non facciano confusione, non contestino. O pensiamo che a krause basti per essere felice il ricavo proveniente da 7000 abbonamenti con il quale a malapena avrebbe pagato lo stipendio a Buffon? Krause deve aver saputo che solo lo stadio, al Tottenham, porta 5 milioni di pounds di incasso a partita e fatte le debite proporzioni….
La Cremonese ha incassato almeno 25-30 M per la promozione e 10M per la retrocessione. In questi 2 anni ha così guadagnato circa 40M (come se avesse venduto almeno 70000 abbonamenti/anno). Così, se non spendono tutto in torroni e mostarda, con quei soldi si ri-fanno la squadra per un’altra risalita da 30M… ma il nostro presidente non capisce.
Ma andare in un centro per anziani a sparare cazzate. Che ne pensi, amico mio.
Mr Maneskin la mia bis-bis-nipote ti ascolta sempre…qui al centro diurno però tutti preferiscono i sex pistols…Vieni a trovarci