CATTIVO CITTADINO di Gianni Barone / CORAZZATA POTEMKIN (LEGGI: POTIONCHI)
(Gianni Barone) – Che fine ha fatta la Corazzata Catanzaro, quella strepitosa dei record di squadra e individuali del campionato di serie C, stravinto a mani basse? Questo non è dato sapere, visto lo spettacolo grandioso da una parte (Parma) e avvilente dall’altra (Catanzaro, appunto) andato in scena oggi pomeriggio, addì domenica 17 settembre 2023, allo stadio Ceravolo, gremito in ogni ordine di posto.
In campo, di ordine, se n’è visto uno solo: quello del Parma che ha fatto a fette quella squadra, alla vigilia temibile, e pompata dagli esteti del calcio glamour che piace a tutti, nei salotti buoni di Tv e giornali, che vorrebbero vedere sempre d’ora in avanti, con estrema superiorità fisica, mentale, tecnica, e di concetti calcistici espressi, frutto di smisurata ed attentissima applicazione.
Una gruviera di taglio basso (come avrebbe detto il compianto Bruno Bernardi della Stampa) anche medio e persino basso, quello espresso dal “disastro” compiuto dal tecnico Vivarini che, ignaro delle qualità di fondo del Parma, ha creduto di poter giocare in maniera così dissennata, facendo della fase difensiva (questa grande ed illustre sconosciuta, per lui, si direbbe) una questione di particolari senza nessuna importanza, palesando, inoltre, una capacità incredibile di perdere sanguinosi palloni, per leggerezza o quant’altro, in occasione di tutte le segnature Crociate.
Si è vista una totale incapacità di schermare gli avversari, da parte dei giallorossi calabresi, di assorbirli, come affermato dal telecronista mio omonimo (Daniele Barone, prima firma Sky per la B) che non si sarebbe mai aspettato di assistere ad uno scempio tattico di tale portata, offerto da una squadra da lui magnificata in apertura di servizio, con aggettivazione nobile ed altisonante.
Fin troppo facile, invece, per il Parma, dei brutti anatroccoli di un tempo (Sohm, Bonny, Beneck), ora belli o apprendisti “cigni”, affondare nel burro della difesa avversaria dimostratasi, anche nella ripresa con i gol di “più Partipilo per tutti” e di Colak, di una fragilità devastante.
Doveva essere, secondo la Rosea, e non solo, la consacrazione del cosiddetto “calcio propositivo”, e invece, per parte Catanzaro, si è quasi recitato, di questa pratica tanto amata e ambita, un “de profundis” niente male.
Propositivo sta(rebbe) per proporre qualcosa di buono o di diverso, no? Cosa che non si è vista per niente, tranne che alla fine occorrerebbe proporre a tecnico e giocatori un manuale con lezioni di tecnica difensiva.
Se l’identità che una squadra, moderna, deve avere, è quella messa in mostra dal Catanzaro, ben venga ogni tipo di adattamento ad un calcio antico, antiquato, e semmai tendente al post moderno, fondendo stili e modi di essere all’apparenza differenti o contrastanti.
Se si vuole comandare il gioco, come qualcuno sbandiera o ha sbandierato, non occorre e non bisogna “scoprirsi”, così tanto fino all’inverosimile.
Se questo deve proprio essere il manifesto del gioco del futuro “Aridatece er puzzone”, pardon il catenaccio e soprattutto il contropiede, con il quale il Parma del pragmatico Pecchia, è riuscito a disporre a suo piacimento dell’intero andamento di una gara indirizzata verso una vittoria apparsa più semplice e più facile di ogni più rosea previsione.
Tutte le azioni verticali dei Crociati invece che sorprendenti, sono apparse quasi scontate, per come sono state sviluppate, in assenza di una benché minima resistenza da parte della squadra avversaria: arrendevole, inerme, debole come nessuno avrebbe mai potuto supporre, immaginare o intuire.
La “Corazzata Catanzaro”, degli oltre cento gol dello scorso anno, si è dimostrata una vera e propria “corazzata Potëmkin” (leggi Potionchin), di fantozziana memoria, degna di meritare “novantadue minuti” di applausi per tutte le boiate (o cagate, fate vobis…) commesse al cospetto di un Parma pratico, risoluto, cinico, avveduto, equilibrato, eloquente, devastante, nella sua estrema praticità e semplicità di squadra che continua a non subire gol su azione dopo cinque giornate di campionato.
Questa, sarebbe bello, fosse la fine di miti strampalati che, da qualche tempo, qualcuno ha l’ardire di voler proporre al posto di chi dovrebbe fare del calcio non una scienza, e nemmeno un’arte, ma una pratica da sudare e risolvere con la semplice umiltà di chi non vuole credersi un eroe, ma nemmeno un coglione per ciò che non si vuole “proporre” contro la retorica del calcio manovrato che si sgretola quando ci si ha contro chi sa essere più realista del re perché si è accorto che “il re è nudo”.
Se all’inizio si poteva supporre di vedere in campo una squadra che gioca “alla Zeman” contro una schierata “alla Sacchi”, senza stabilire con precisione i paragoni tra le due formazioni in campo al Ceravolo, alla fine il Catanzaro ha mostrato tutti i difetti del calcio a zona solo offensivo (nelle intenzioni soltanto, visto il risultato) proiettato nel futuro, mentre il Parma ha messo in mostra tutti i pregi di un calcio semplice che non si deve preoccupare o offendere di affondare le proprie radici nella migliore tradizione Italiana, che negli anni e nel mondo, si era distinta per la impenetrabilità difensiva e per l’abilità nel gioco di rimessa. “ Viva”rini (nel senso del tecnico vittima di una tranvata tecnica, psicologica, emotiva non indifferente) o Viva il calcio” che non si deve, giammai, fare, contro il Parma, contro questo grande Parma, per non lasciarci le penne. E non solo… Gianni Barone
Pezzella “voleva la serie A”, Grassi “voleva la serie A”. Corsi invece li ha presi perché dopo due stagioni vuole la serie B e il paracadute.
Insieme all’ ex santone parmigiano al 100% ma tifoso dell’Inter Pioli potrebbero mettere su un team di Davis visti i punteggi tennistici
Oggi abbiamo dato il primo squillo al campionato e fatto vedere che contro di noi non si può proprio scherzare ed essere superficiali.
Lo scontro tra corazzate vede corazzata Catanzaro affondata con G5. Corazzata Parma di Ampolliniana memoria conferma che il vero problema era Vazquez che la sola presenza induceva cattivo gioco nei propri compagni. Ora che il malocchio del Mudo è stato esorcizzato, vediamo ex brocchi diventare fenomeni perché liberati dal maligno sortilegio. Serie A vicina.
Evidentemente Vivarini, molto presuntuoso, non ha recepito i segnali evidenti, della vittoriosa trasferta contro il Lecco, in cui ha subito 3 goal da un attacco non certamente mostruoso.
Comunque noi continuiamo a rimanere concentrati e con i piedi ben saldi a terra.
Sempre Forza Parma
In cirillico come si scrive Potëmkin?
Mi a scriv Potiomchi, come la pronuncia Fantozzi, va là lá, sti mighe fer i dificil su ragas!
Arvedi ha cacciato a pedate nel culo il sosia anziano del Santone parmigiano tifoso nero azzurro ma allenatore del Milan Pioli. Per Pederzoli e Notari sono ore febbrili alla ricerca di un nuovo allenatore per la risalita laddove la Cremonese “merita di stare” (insime ad altre 48 squadre).
Con Ballardini il tentativo di sabotaggio del duo Perdernotari non è riuscito. Con Stroppa vedremo ma mi manda Galliani….
Volevo chiedere a Davide e Stopaj se gli è piaciuto il Parma e se fino ad ora sono soddisfatti oppure 15 punti sarebbero stati ampiamente alla portata. Attendo fiducioso….
Direi che dopo 3 anni di m…a sarebbe il minimo sindacale una stagione positiva. Sono anche convinto che la mancata vittoria nel “derbi” sia da ascrivere ai soliti noti e alla stampa confindustriale. E sono anche convinto che il cambio di sponsor tecnico possa portare buono. Quello di prima portava più scalogna di Busí e Inglese insieme
Se i tifosi e i media non caricavano di troppa responsabilità i ns giovani davamo 3 pappine alla Reggiana ed eravamo a 15 punti