CATTIVO CITTADINO di Gianni Barone / ZERO A ZERO PER CHI?
(Gianni Barone) – Uno zero a zero non per noi, come inconsciamente evocava Nando Martellini nel commento di una partita della nazionale in cui gli azzurri pur dominando l’incontro non erano riusciti, pur meritando, nell’impresa di segnare e di conseguenza a vincere; e neanche uno zero a zero per gli altri o per loro, quello che ha sancito un derby intenso, un po’ deludente per parte Parma, che non avendo proclamato vincitori sul campo, di sicuro ha sancito la sconfitta dello sport e della civiltà, da parte di cosiddette “tribù del calcio”, sociologicamente impegnate ad interrompere il gioco per lanciare in campo fumogeni, al semplice e perverso scopo di attirare l’attenzione verso la loro improvvisa “stupidità”, o, come ha ipotizzato qualcuno, per coadiuvare la tattica ermetica di Nesta, allenatore dei granata.
Come avrebbero detto, Aldo, Giovanni e Giacomo in qualche loro scena “ignorante è chi ignora, mentre deficiente è chi deficie” e purtroppo qualcuno, in nome del tifo, dello sport spinto oltre il fanatismo, è riuscito ad andare, non si capisce il perché e il per come, oltre ogni ragionevole limite.
Sul campo, interruzioni a parte, non abbiamo assistito ad un derby indimenticabile, questo sembra fuori di dubbio, combattuto, incerto ed equilibrato sin che si vuole, ma che oltre ai numeri non ha entusiasmato più di tanto e non ha offerto lampi emozionali degni di nota.
Una gara attenta da parte della Reggiana, che schierata in modo “posizionale”, con cambio di sistema tra una fase e l’altra, non ha concesso al Parma spazi ampi a centrocampo, per un’ordinata ed insistita manovra e varchi in zona d’attacco per conclusioni pericolose.
Ne è uscito un match combattuto, ma privo di slanci e lampi da ambo le parti e i numeri dei tiri in porta (4-1 per i Crociati) non possono altro che confermare l’impressione generale condivisa per quello che non si è riusciti a vedere sul campo, cioè bel gioco e conclusioni a ripetizione, come qualcuno di aspettava o aveva previsto o pronosticato.
Nesta ha capito quali erano punti di forza della squadra di Pecchia ed è riuscito nell’impresa di neutralizzare tutti i giocatori più offensivi, con accorti controlli delle zone pericolose del campo.
Lo spirito combattivo dei granata ha evidenziato il fatto che, quando si costringe il Parma a fare la partita, a condurre le danze, si riesce a limitarne la pericolosità sotto porta.
Anche i cambi in attacco – con Begic, Partipilo e Colak in campo – non hanno sortito, al contrario del recente passato, alcun effetto positivo.
E se si eccettua il colpo di testa di Circati, salvato sulla linea dal ginocchio di Pettinari, mai si è avvertita la sensazione che il risultato si potesse sbloccare.
La partita dell’anno dei tifosi si è conclusa con un nulla di fatto, che non accontenta nessuno, anche se continua l’imbattibilità del Parma, e la Reggiana, pur non avendo ancora vinto, sembra avere avuto la possibilità di invertire la tendenza, dopo l’avvio choc di un solo punto in tre partite di campionato.
Ora, con i nuovi arrivi, la Reggiana potrà contare su nuovi equilibri, dettati da una certa varietà in fatto di scelte a disposizione da parte del tecnico, il quale si può già ritenere soddisfatto del fatto di avere retto l’urto, peraltro non irresistibile, della pressione della capolista del momento, ancora in carica, visto la partita in meno giocata dal Modena, che insegue da vicino.
Un passo indietro per il Parma, quindi, sembrerebbe, alla luce di una prestazione non altezza delle precedenti uscite. Questo è ciò che si è visto ad occhio nudo e sarà anche ciò che potrà verificarsi anche, in futuro, perché in serie B nessuno regala niente.
Ora occorrerà cercare nuove strade, al fine di risultare più imprevedibili rispetto a ieri sera, in quanto sono mancati i movimenti, i tagli, gli spostamenti, gli incroci, facendo apparire troppo “piatta” la tattica con un 4-3-3 poco incisivo, e troppo scontata la strategia di attaccare gli spazi con scarsa fantasia, inventiva, leggi qualità superiore alla media.
Una prova di maturità priva di acuti e fiammate, che rimanda ad altre occasioni l’opportunità di continuare a stupire, anche sé stessi, con particolari slanci veloci e verticali.
Ho seguito, per scelta professionale, la partita in streaming, con la telecronaca di “The voice” Maurizio Compagnoni di Sky Sport, il quale non ha potuto deliziarmi o deliziarci con il suo fatidico “rete, rete”, il quale oltre a qualche “Vitanza” (da, Ennio, ex telecronista Rai, ossia: scambio di giocatori nella descrizione: tipo Chichizola al posto di Bardi portiere granata, o definire Varela svizzero con origini eritree e non portoghese confondendolo con Girma) e oltre ad avere non gradito i lanci dei fumogeni, come tutti noi del resto, ha dato l’impressione di aspettarsi un derby migliore sul piano delle emozioni, in linea con chi in uscita dal Tardini, via sms, mi ha comunicato senza tanti giri di parole un semplice “partitasa”. E come non dar loro torto alla luce di quanto visto: tanto fumo (propriamente detto) negli occhi e pochissimo di altro, arrosto compreso.
E ora, fino alla fine, niente più “disastri”, più o meno ecologici riferiti al calcio, con attesa di partite dell’anno: si torna finalmente alla affascinante “normalità” delle partite tutte uguali e non speciali. Gianni Barone (Foto in evidenza di Corrado Benedetti)
A fine campionato questo potrebbe essere un punto guadagnato, vista la tendenza a perdere partite del genere la scorsa stagione.
Più giusto scrivere nulla a nulla per colpa di chi, per esempio di chi non c’era? 😂