IL GALLO DI CASTIONE / QUANDO LA RESPONSABILITA’ DI VINCERE TI FA TREMARE L’ELASTICO DELLE MUTANDE
(Il Gallo di Castione) – Non vorrei formulare giudizi sommari e deduzioni pretestuose o cadere preda di derive qualunquistiche, ma a me ‘sto mondo mi pare tutto ‘na chiavica: raccogliamo attimi per perderli in un momento, a me mi bastonano pure con la carota.
Poi ti raccontano che la soluzione è dietro l’angolo, la luce è in fondo al tunnel, la felicità è dietro la porta: oh, mai possibile che una cosa si trovasse mai dove sto io!
Piuttosto di inseguire illusioni e delusioni, sogni e distopie (termine poco usato che riguarda immaginare il futuro con pessimismo), meglio sarebbe buttarla a ridere, ma non è mica per tutti: io mi diverto a giocare con le parole e la fantasia, trasformo i miei pensieri in battute, che poi in realtà capisco solo io… Le persone che hanno sofferto le riconosci: ridono tanto, hanno il mare dentro e l’orgoglio di esserci passate senza annegare. Sono loro che ironizzano, ma non è che siano poco seri o meno consapevoli, han solo imparato a prendere in giro la vita quando non possono cambiarla, perché l’ironia è la più alta forma d’intelligenza e di difesa che non cambia le cose, ma t’insegna a riderci sopra, anziché piangerti addosso.
L’umorismo, il sarcasmo, l’ironia non sono, però, mica roba da idioti: sono irresistibili le persone che sanno usare l’intelligenza anche per fare gli scemi.
A tal proposito, reputo opportuno, specie di questa stagione e anche sugli autobus, fare alcuni distinguo: ironia non è cattiveria, educazione non è debolezza, sorridere non è essere felici, ma soprattutto, deodorante non è doccia.
Ma, come sovente accade, quel rompi-testo del direttore Majo vuole qualche riga sul gioco del pallone, perchè la partita l’ho vista e non mi è mica piaciuta: ho goduto di più il pre-partita di fronte allo stadio, invece dentro era bella la Curva Nord e i suoi tifosi, ma invece il gioco non è mica stato bello, che come spesso succede quello che aspetti con ansia (il derby dopo 7 anni), poi dopo ti delude sempre un po’…
La squadra che nacque nella stessa data della liberazione d’Italia e che nacque consorte alla giacchetta nera che ha arbitrato al Tardini (o perlomeno con le stesse attitudini a mercificare le attività lubriche-ricreative) si è presentata con la paura di perdere che si è poi diffusa in campo a tutti i 22, e ha reputato una vittoria la mancata sconfitta.
I nostri spensierati ragazzi, quando trovano la gioia di giocare, allora vincono e convincono, ma se sono investiti dalla responsabilità di dover necessariamente vincere, allora gli trema l’elastico delle mutande e prevale la paura di perdere, perché ‘sta squadra manca di esperienza, ed è dalla fine della scorsa stagione che si parla di derby, e se ne è parlato, tanto parlato.
Ora che è chiuso il mercato e in attesa del derby di maggio vedremo come siamo messi. Vedremo se il portiere sarà libero di volare anche senza assorbente (con le ali), vedremo se gli stopper terranno botta senza grosse cazzate con le prime in classifica, guarderemo se il centrocampo resta corto, pregando che non si rompa l’argentino.
Poi là davanti sperimenteremo se i nuovi e vecchi giocatori (qualcuno fuori garanzia balcanica) continueranno a segnare o sentiranno l’effetto derby anche nelle partite di cartello diventando stitici, ma restiamo ottimisti e torniamo al derby d’oltr’Enza.
Noi, tifosi Crociati del Petitot, abbiamo invitato i tifosi ospiti con la testa tonda al Petitot per la festa pre-partita, ma non si è presentato nessuno. Eppure, per disintossicarci e bruciare i grassi, avevamo preparato infusi allo zenzero, che avevano arricchito il veleno, le famose zollette di zucchero in alcool a 95°.
E dopo pranzo, dopo aver fatto fuori una culaccia di oltre sei chili, coppe e salami (provenienti dalla grotta-cantina di Castell’Arquato), abbiamo distribuito il gelato gialloblù con la musica dell’ape car di Stefano Dioni, la disco-gelateria ambulante. Grosso successo di pubblico e critica, presenti 2700 tifosi, secondo la questura 260.
Volevo ringraziare, oltre al Bar 50 Special che ha fatto il gelato, la signora Maria che ha fatto la torta, il fornaio che ha fatto il pane e i maiali che si sono sacrificati per donare i salumi, poi la Birreria 81 che ha fatto la pasta fredda, crapa pelada che ha fat i turtèi (ma l’nin da miga ai so fradei), e tutti coloro che si sono adoperati per la buona riuscita della festa, compresi gli avventori che non han mica esagerato e si sono pure divertiti, ma è giusto così perchè a noi non ci piacciono i secondi fini, preferiamo i primi sostanziosi, una bella carbonara, ad esempio.
Noi siamo tifosi goliardi: ci piace godere la vita senza rafforzare lo stereotipo del tifoso ignorante e violento, del resto non ho studiato fisica, ma posso affermare con certezza che in questo mondo l’unica costante universale è la figura di merda.
Mica per retorica, ci si può divertire senza fare a botte, si può vivere l’arlia verso i reggiani come un fatto folcloristico si può e si deve provare a divertirsi senza eccessi, vivendo un momento di aggregazione serena prima di tornare ognuno alla propria realtà coi suoi chiaroscuri.
Perché la vita non è una favola e ci basta, invece che “E vissero felici e contenti”, un più realizzabile “E vissero felici a momenti”… Il Gallo di Castione
Gallo, ti saluto. Non ti nascondo che qualche volta la dieta a base di formaggio svizzero coi buchi o sostenuta da yogurt greco mi ha provocato un po’ di colite, scientificamente, cagàja. Oggi, invero, soprattutto in alcuni passaggi, hai servito delle belle portate, non tanto per il piacere della beccata in sé ma per il ricordo che ne rimarrà. Per i sofismi calcistici temo che il pensiero diffuso di dover attendere le prossime quattro o cinque per farsi un’idea un po’ più completa sia quanto mai indicato, anche perchè, come da altri indicato da queste parti, vi sarebbero tanti e differenti argomenti su cui eventualmete si potrebbe ragionare. Forse questa società non ha notato che il calcio è uno sport che si gioca anche e soprattutto nei sei giorni in cui non c’è la partita. In ogni caso scusandomi anch’io col Majo per la seduta psicanalitica, ti ringrazio, mi alzo dalla chaise longue e vado. Gallo tà bé.
Il futuro è roseo (cit.)
Almeno ci siamo mangiati i reggiani come aperitivo.
Veh intelètuel, co ela la chaise longue? Che mi n’al so mighe
Le ‘na panchena’ con su un cuse’ … s’at vo’ at ghe po’ schisser un pisole’ …. e mi hanno detto, fonti attendibilissime, che anche Full Merdal Jacket la usa per distendersi e meditare sui fasti internazionali del Puarma Calciuo.
Anche la malmessa Scansdoria (salvata grazie a vergognose manovre di palazzo vedi accordo col fisco) prende svincolati. Pederzoli sta cercandone un altro dopo Maier per la Cremerdese o ha iniziato a lavorare per quello che in teoria è il suo datore di lavoro?
Ho visto Buffon in Tivù col vestito e un po’ provato. Deve essere stato un trauma lavorare nel wend dopo due anni in ferie e tre mesi sotto l’ombarlone
Visto che non è stato preso un centrale di difesa (Pederzoli era impegnato in altro) e Osorio rientrerà giovedì notte temo chd andremo a Catanzaro con Balord Balogh al centro della difesa. Sto già male adesso. Uno dei difensori più grami mai visti da che ho memoria io ovvero dal 1989
Speriamo giochi osorio che invece ha fatto una cappella anche in nazionale
Come diceva mia nonna cosa vuoi pretendere da un c…o? Un profumo o una scorreggia?