L’INSOSTENIBILE LEGGEREZZA DEL PALLONE di Luca Tegoni / UN RISULTATO DAL GRANDE IMPATTO EMOTIVO (HIGHLIGHTS)
(Luca Tegoni) – Il Cinque a zero con cui il Parma sconfigge il Catanzaro a Catanzaro è un risultato di grande impatto emotivo. È anche un risultato che consolida la forza della squadra in prima posizione. Non è, però, un risultato che spieghi il reale andamento della partita.
Il Catanzaro ha cercato di dominare la partita dal primo minuto fino all’ultimo e questo peccato di presunzione l’ha punito oltre i propri demeriti. Il fatto di non considerare la forza della squadra avversaria e quella dei singoli componenti ha inflitto ai giocatori di Vivarini una lezione morale che per la loro salvezza (leggi mantenimento della serie B) non potranno dimenticare.
Il Parma si è schierato con il consueto assetto con tre centrocampisti dietro a tre punte. Questa volta, vuoi per la predisposizione degli avversari al gioco d’attacco vuoi per una necessità di sopravvivenza, il Parma si è chiuso, con qualche difficoltà soprattutto tra gli esterni di difesa, per ripartire in contropiede o con veloci scambi del trio d’attacco che hanno sopraffatto la squadra calabrese.
Soprattutto Man e Bonny hanno contribuito a smontare un’idea di calcio che dopo i cento gol della serie C dovrebbe essere rivisitato.
Quindi il Parma alla fine del primo tempo si trova in vantaggio per tre a zero pur giocando pochi palloni rispetto all’avversario soffrendone anche il cocciuto desiderio offensivo in qualche occasione.
Nel secondo tempo il Parma toglie una punta per far entrare un centrocampista e sostituisce Man con Partipilo. Il risultato cambia giù dopo tre minuti. Aggressione offensiva di Sohm nell’area che mette la palla in mezzo dove Partipilo surclassa il difensore per rapidità e destrezza. Quattro a zero. Il Catanzaro però non crolla e la partita continua con il Parma che controlla il gioco d’attacco degli avversari praticando la tattica del fuorigioco con abilità, tiene insomma la difesa più alta possibile.
Entra Colak e segna con un gioco di gambe inatteso (almeno io ne sono rimasto sorpreso tanto quanto il portiere). Lo stadio è tutto dalla parte del Catanzaro che sfiora più volte il gol sul finire della gara. Un fallo di Zagaritis che mette a repentaglio il ginocchio del giocatore avversario fa scattare l’orgoglio calabrese, offeso e martoriato. Il nostro esce sostituito da Di Chiara tra gli insulti e le maledizioni. Tutta scorza.
La partita termina così cinque a zero per il Parma. Non si può certo dire che la vittoria non sia meritata ma il risultato così netto impone a Pecchia un’attenta analisi per come è stato lo svolgimento di questa partita così anomala.
Buon per noi. Segnano Man, Benek su rigore e poi su azione, Partipilo e Colak. Il Parma vince a Catanzaro cinque a zero. Luca Tegoni
Caro Luca Tegoni, anche noi l’anno scorso tenevamo palla e cercavamo di fare la partita per 90 minuti e alla prima e unica occasione ce lo mettevano in quel posto, con tanto di perculate da parte dei tifosi, noi di occasioni ne abbiamo create circa 8 nitide più alcuni contropiedi abortiti all’ultimo passaggio, non abbiamo messo l’autobus davanti alla porta di Daversiana memoria, quindi penso sia riduttivo il “non è un risultato che spieghi l’andamento della partita”, ne potevamo fare di più, potevamo prenderne un paio anche noi perché il Catanzaro è una squadra presuntuosa che sa attaccare ma non difendere e lo si era già visto, eclatanti i 3 gol presi da un Lecco con almeno 4 giocatori inseriti nell’ultima settimana di mercato, certo tutto è perfettibile con Vazquez e Coda potevamo farne almeno 10. Saluti.
E che analisi deve fare Pecchia? La squadra ha giocato la sua partita. Fesso il Catanzaro ad esporsi così.
Sì sono d’accordo. Questo 5-0 è stato un 5-0 atipico… perché ottenuto con poco sforzo offensivo mentre dietro nonostante le buone intenzioni.. avremmo potuto subire 1 o 2 gol ma alla fine non è successo e un po’ mi stupisco. Provo anch’io a dare una versione leggera delle cose successe riferendomi alla prestazione dei singoli giocatori
Catanzaro, città di grande cultura, in questi giorni era battuta dallo scirocco generalmente un vento autunnale o di tarda primavera. Vivarini e la sua difesa alla vigilia della partita hanno passato diverse ore all’aria aperta, sciroccandosi.
La partita nei primi 10 minuti è stata in bilico. Questo tempo è bastato a convincere i giocatori del Catanzaro e il loro allenatore di riuscire a dare una gioia ai loro meritevoli sostenitori. Il piano però non ha avuto seguito. Affrontarci senza umiltà e con superficialità soprattutto se si dispone di una difesa di burro è un peccato carnale. Al contrario la nostra difesa con Lupo-Circati è migliorata. Il ragazzo sembra un veterano e la consapevolezza dei suoi mezzi cresce di partita in partita (ahhh se avesse gareggiato anche l’anno scorso….). Zappa DelPrato invece per me ha giocato sotto gli standard qualitativi a cui ci aveva abituato. Non ha trovato sempre la giusta posizione in campo e di testa si è fatto anticipare pagando lo scotto di dover interpretare un ruolo non abbastanza conosciuto. Diverso è il discorso da fare per il cacciatore di serpenti ed il pony-express greco. Loro necessitano di migliorare nei fondamentali. Sono ancora troppo numerosi i debiti formativi da recuperare. Le soddisfazioni invece arrivano quando Louis Bonny Amstrong suona la sua tromba (e ieri lo ha fatto benissimo) o il Ranger scende in campo. In quei casi il livello del Parma sale di uno step. Meritano però una menzione speciale anche lo spadaccino Antonio (davvero un buon acquisto) e Man-ray, non il dadaista americano ma il nostro uomo raggio.. (talvolta un po’ egoista). L’analcolico Polacco (il biondo che fa impazzire il mondo) ha segnato il suo primo gol su azione ma la sua prestazione non mi ha convinto. Al contrario, l’Estevez-ruggente ha presidiato come di consueto la nostra retroguardia. E Pecchia? Il mister ha fatto bene a lasciare in panchina il filosofo brasiliano dinoccolato e a sostituirlo con Big-Sohm. Il posto di lavoro occupato da Hernani è stato smembrato e non verrà più bandito salvo (i soliti) ripensamenti dell’allenatore. Il pecchiometro segna bel tempo ma da Anglomane l’ombrello lo porto con me.