CATTIVO CITTADINO di Gianni Barone / FENOMENO MONDIALE
(Gianni Barone) – “Mi chiamo Antonio (Antonello, per la precisione) e faccio il cantautore”. Si abbiamo capito tutti di chi si tratta però voi direte cosa c’entra Venditti con Macina, come riportato oggi sulla Gazzetta di Parma, a firma Giuseppe Milano, sempre attento agli episodi storici del calcio a Parma, nella recensione al libro “Era il più forte di tutti”, che lo stesso Marco Macina ha scritto a quattro mani col giornalista Selleri? C’entra, perché viene ricordato l’episodio risalente al febbraio del 1985, che aveva visto il cantautore romano rivolgersi al l’allora emergente (forse più nella mente di qualche avveduto tecnico come il Barone Liddas, più che altro) attaccante del Parma con il seguente appellativo “Un fenomeno mondiale”.
Però, cosa ci faceva in quella gelida notte d’inverno al Tardini colui che chiamandosi Antonio, che di mestiere faceva e fa il cantautore, e che suo padre (prefetto) e sua madre (insegnante di greco) volevano dottore? Aveva sfidato il destino, il suo di tifoso giallorosso, non per la prima canzone (come poi in futuro avrebbe poi autobiograficamente cantato), ma per sostenere, moralmente la sua squadra, la Roma, in un impegno (gara di andata degli Ottavi di Finale di Coppa Italia) contro un Parma che, pur stentando in campionato (poi retrocesse in C1), in quella partita stupì un po’ tutti, strappando un pareggio e mettendo in luce l’estro, e l’abilità tecnica di palleggio, e soprattutto di dribbling in velocità (oggi merce alquanto rara) di quel genio e sregolatezza che rispondeva al nome di Marco Macina, già allora considerato “il migliore” non dico di tutti, ma di sicuro lo era rispetto a Mancini Roberto, che già stava esplodendo altrove e che per stessa sua ammissione non ha mai negato di essere inferiore a lui sul piano tecnico.
In quella sera di particolare grazie, Macina incantò Venditti, che aveva affiancato me e Paolo Donnini, amico, grande esperto di calcio per i trascorsi calcistici che condividevano, nella radiocronaca della gara per conto della gloriosa Radio Onda Emilia.
Alla fine quando si era trattato di andare a fare le interviste negli spogliatoi (la sala stampa, all’epoca, era lontana anche dell’essere solo immaginata), Venditti volle seguirci per conoscere Macina e complimentarsi con lui. Non fu semplice far capire agli addetti alla sorveglianza dei vari sbarramenti predisposti allo stadio, chi fosse colui che era al nostro seguito e cosa avesse in mente di fare. Alla fine resistenza e ignoranza furono sconfitte e il cantautore romano, che “aveva lasciato gli amici è perduto l’ amore”, poté coronare il suo sogno di serata e rivolgere la fatidica frase “Fenomeno mondiale” a Macina, poi riportata dallo stesso con orgoglio nel libro di cui sopra.
Ma ciò che stupì, fu il fatto che, mentre ci avviavamo verso lo spogliatoio del Parma, passando da quello della Roma, ci capitò di imbatterci nei vari Ancelotti, Cerezo, Bruno Conti, e soprattutto Ciccio Graziani, i quali credevano che Antonello, autore degli inni della “magggica”, fosse sceso dalla tribuna per tributare loro un saluto e non per omaggiare per l’ottima prestazione il giovane attaccante del Parma, ancora non famoso nel massimo panorama calcistico nazionale.
Ricordiamo Ciccio in slip bianchi farsi incontro e rimanere interdetto nel momento in cui resosi di non essere lui l’oggetto del desiderio della visita del cantore delle loro gesta sportive, veniva scansato dal trio (Venditti, Donnini ed io) diretto verso lo spogliatoio Crociato per omaggiare quel carneade nato a San Marino.
Venditti entusiasta e noncurante del risultato non propriamente felice per i suoi colori, ci invitò per la gara di ritorno all’Olimpico e lo fece assieme allo straripante radiocronista romano e romanista Alberto Mandolesi, sempre presente e presunto amico fraterno, per sua stessa ammissione, del caro Antonello. Poi ci fu la gara di ritorno: io ci andai insieme ad Ugo Ferri sempre per Onda Emilia, una giornata, quel 27 febbraio, gelida, e il minuscolo Parma, pareggiando al 70’ con Marocchi subentrato ad un spento ed evanescente Macina, il gol iniziale di Maurizio Iorio, per effetto dei gol in trasferta che valgono doppio (ora non più), superò con sorpresa di tutti il turno.
Di tutti i presenti, però, in quanto in quell’occasione non rividi né Venditti, né Mandolesi, e Macina deluse. Della serie “e quando penso che sia finita e proprio allora che comincia la salita”. Salita che continuò per tutti, per me, per Donnini, per Macina e per Venditti compreso. Per Mandolesi non saprei. Però, per Macina non ci fu più gloria e il suo ritiro anticipato ha fatto dispiacere un po’ tutti e soprattutto a chi con “Che fantastica storia è la vita”, avrebbe voluto e desiderato un destino diverso: più brillante e più radioso per quel “fenomeno mondiale” visto a Parma in quella bella serata insieme a tutti noi. Ciccio compreso… Gianni Barone
Sempre molto tecnico e attento ad ogni minima sfumatura calcistica e non ,complimenti vivissimi da Antonio.
Bella storia! Macina fu un giocatore con un talento inferiore solo alla sua sfortuna. Non solo il Barone e Mancini riconobbero le sue qualità ma anche Chiorri e Colomba. E ironia della sorte..Ulivieri in un’intervista dichiarò che Chiorri (soprannominato a Cremona il marziano) era superiore sia a Mancini che a Baggio (le stesse cose che poi vennero dette di Macina)… E chissà anche perchè tutti mettono in mezzo il Mancio.
Ps poco tempo fa ho letto di un portiere che da giovane era considerato dagli addetti ai lavori migliore di Buffon. Poi ebbe infortuni, non crebbe molto di statura, fece scelte sbagliate, si lasciò andare e adesso le sue gesta giovanili rimangono solo nei ricordi degli appassionati, degli amici, degli ex allenatori e dei vecchi compagni di squadra. Si chiamava Caterini, compagno di squadra di Totti nelle giovanili della Roma. Chissà quanti altri casi simili ci sono
Il riporto di Venditti con tanto di toupet è secondo solo a quello di Dodi Battaglia. Anche Gilardino ormai plé me na bocia sta inalberando dei bei riporti
Non conoscevo proprio la storia. Molto bella!