CATTIVO CITTADINO di Gianni Barone / QUEL RAMO DEL LAGO DI LECCO DOVE IL PARMA AFFONDA

(Gianni Barone) – Continua la maledizione dell’acqua (sia dolce che salata) e del turno prima della sosta delle nazionali. Infatti “Quel ramo del lago di Como che volge a mezzogiorno tra due catene di monti non interrotte…”, ha interrotto il cammino del Parma che, dopo il naufragio in laguna, un turno di sosta fa, contro il Venezia, affoga sul terreno incerto e sconnesso del Rigamonti-Ceppi, e perde, meritatamente, contro un Lecco che lotta, sbuffa, spinge e ha la meglio alla grande su chi, nonostante il vantaggio iniziale, frutto di un approccio veemente (ma non troppo, rispetto al solito), non è riuscito a ribaltarla e nemmeno ad acciuffarla.
Non ci possono essere alibi o giustificazioni ad una sconfitta per il modo con il quale il Parma ha subito i tre gol: due su angolo, uno su ripartenza e tutti e tre su traversoni provenienti dalle fasce su cui tutti – Balogh, Circati, Delprato soprattutto – sono andati in bambola, dimostrando di non sapere o di non volere marcare bene strettamente, si direbbe a uomo, i saltatori avversari.

Non c’è campo, arbitro con VAR annesso, che tenga: perdere col Lecco gagliardo e pimpante fin che si vuole, deve far riflettere, prima sulle scelte non azzeccate di inizio gara, in cui non c’è stata chiarezza d’intenti, con cambi di posizioni e di sistemi che finivano per favorire la compattezza avversaria, e poi, dopo gli aggiustamenti del secondo tempo, quando il Parma ha cominciato a giocare, è mancata la lucidità e quella capacità necessarie per riuscire a costruire nitide palle gol, favorendo di fatto la difesa del risultato da parte del Lecco più di Malgrati che di Bonazzoli, visto il grado di sofferenza, maggiore, del primo rispetto al secondo appena arrivato, ma già soddisfatto del suo lavoro in coppia con l’altro che già c’era nella precedente gestione di Foschi.

Il 3-2 del sempre sorprendente Charpentier, arrivato anche presto, aveva illuso sulla possibilità di rimonta, però il Lecco ha avuto il merito di non disunirsi mai, nonostante avesse abbassato moltissimo il baricentro per tutto il secondo tempo. Però, aver concesso, da parte dei Crociati, troppo nella prima frazione di gioco ha dato la possibilità al Lecco di crederci e ha permesso al Parma di mettere a nudo alcuni punti in cui la squadra difetta, cioè non essere in grado di fronteggiare attaccanti forti fisicamente come Novakovich e di soffrire moltissimo nel gioco aereo, sia a palla ferma che su gioco manovrato o contropiede. E per una squadra prima in classifica questo dovrebbe scomparire o essere corretto al più presto.

C’è stata reazione, dice Pecchia, ma non è bastata, perché l’intensità non deve conoscere momenti di sosta troppo prolungati nell’economia di una partita da affrontare con un avversario agguerrito che, quando la partita è diventata più “sporca”, ha avuto la meglio contro un Parma a tratti troppo lungo e troppa largo, incapace di fronteggiare la compattezza di chi era contro.

Troppi giocatori hanno deluso, in quanto è mancata la solita abilità nel cambiare modi e moti all’interno del sistema tattico e strategico sempre flessibile, armonico e capace di interpretare al meglio le situazioni e di adattarsi ai movimenti degli avversari.

Onore al merito del Lecco che ha giocatori interessanti: ne cito tre oltre ai già famosi Novakovich, Ionita e Lepore e cioé Sersanti, in orbita Juve, centrocampista completo, Caparale laterale sinistro molto concreto e Celjak centrale bravo a schermare Bonny, Beneck e Colak con grande disinvoltura.

Nel Parma gli unici che non hanno demeritato, questa volta sono pochi: Bernabè, Estévez, Camara e Charpentier per aver avuto il merito di riaprire l’incontro, per il resto meglio astenersi, filosoficamente, da ogni tipo di giudizio, per evitare d’infierire più di tanto.

E ora un’altra sosta amara, in cui cercare di comprendere come fare a mantenersi in testa senza ulteriori cadute o affanni.

E’ proprio vero che qual ramo del lago di Como… fra seni e golfi, tra il San Martino e il Resegone, di manzoniana memoria, oltre ad essere poco amato da studenti degli istituti tecnici è risultato parecchio indigesto alla truppa di Pecchia che avrebbe gradito altri tipi di poesia e prosa, fra rigori dati, non dati o non concessi, perché ritirati, con ammonizioni ed espulsioni più o meno meritate; così va il calcio per chi sta in alto e ci vorrebbe rimanere il più a lungo possibile ritrovando quella serenità e quella leggerezza smarrite, perdute per un giorno, in riva al Lago. Che sia dolce (lago) o salata (mare o laguna), l’acqua non pare essere l’habitat ideale per il Parma attuale… Gianni Barone

Gianni Barone

Gianni Barone, al secolo Giovanni Battista, nasce a Casale Monferrato (Alessandria) nel 1958 e si trasferisce a Parma nei primi anni 60. Qui matura la sua grande passione per il calcio, prima in qualità di calciatore dilettante fino alla Prima Categoria e poi, di allenatore, direttore sportivo, radio-telecronista, conduttore e opinionista di talk show sportivi. Giornalista pubblicista dal 1990, inizia con Radio Emilia nel 1983, prosegue con Onda Emilia (dal 19849 e Radio Elle (dal 1990). In Tv cura i collegamenti da Parma per "Il Pallone nel 7" (1991-92) di Rete 7 (BO) e collabora con la redazione di Retemilia. Negli anni Novanta effettua telecronache e servizi per il TG sulla squadra Crociata per Teleducato. Dal 2002 al 2008 produce servizi dal Tardini per Telenova di Milano all’interno della trasmissione "Novastadio". Nel 2009 commenta per La7 digitale terrestre e per Dahlia Tv, le partite del Parma Calcio in Serie B. L’attività di telecronista, conduttore e opinionista lo vede nel tempo collaborare anche con San Marino Tv e 7 Gold. Dal 2016 è titolare della rubrica «Cattivo Cittadino» sul quotidiano on line Stadiotardini.It, di cui è vicedirettore esecutivo. Attualmente, per il service Edirinnova, commenta le partite di serie D del Lentigione trasmesse da Telereggio ed è frequentemente ospite di Bar Sport su 12 Tv Parma. Allenatore UEFA B, istruttore qualificato Scuola Calcio, è stato direttore sportivo di settore giovanile alla Langhiranese Val Parma dal 2010 al 2013, e al Juventus Club Parma dal 2014 al 2015. E' autore del libro «Il metodista (Storia della tattica calcistica) edito da Edizioni Progetto Cultura, Collana Sempre Sport (Anno 2006).

8 pensieri riguardo “CATTIVO CITTADINO di Gianni Barone / QUEL RAMO DEL LAGO DI LECCO DOVE IL PARMA AFFONDA

  • 13 Novembre 2023 in 00:14
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    Lecco classica squadretta di zappatori che si credono fenomeni per un giorno. Auguro loro una bella retrocessione. Vedrete già come alla prossima ne prenderanno 5 a Cremona, però intanto sai che figo aver battuto il Parma.

    • 13 Novembre 2023 in 08:47
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      Come Benevento e Spal l’anno passato. Come quel coglione di Schiattarella l’anno passato, etc. Se dopo 3 anni non abbiamo ancora imparato queste lezioni…
      Vediamo a Bar Smerd stasera se Pinculèn (speriamo meno rubizzo e più sobrio) e gli altri avventori alla seconda sbarata nel culo avranno imparato che volare basso è la cosa migliore. Le celebrazioni le fai a maggio nel caso

      • 13 Novembre 2023 in 17:56
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        Quelli di bar sport si credevano già in a

    • 13 Novembre 2023 in 17:45
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      Cavolate a gogo evviva la competenza calcistica

  • 13 Novembre 2023 in 08:51
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    Perché Ciolac non gioca mai? Ieri si giocava con una formazione di serie C. Uno che ha fatto la Cempion non può affrontare il Lecco?
    A gennaio Miahaila via, raus , fuori dai coglioni. Che vada a curarsi (la testa) da altre parti. Spero tutti abbiano capito perché Gasperini dopo una settimana lo volesse cacciare da Zingonia a pedate nel culo

    • 13 Novembre 2023 in 13:43
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      Su Mihaila non gliela mica ordinato il medico al buon Gasperini di prendere il giocatore, qualche cosa di buono ci avrà visto.
      Per la punta, oggi come oggi, molto più in palla il grande denigrato Charpentier che il buon Colak. In partite come questa Bonny deve giocare sotto punta e non fare l’unica punta la davanti.

      • 13 Novembre 2023 in 17:58
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        Esatto, ma pecchia non l’ha capito

  • 13 Novembre 2023 in 19:27
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    Al di là dei ct del giorno dopo ….al Parma occorre per essere una portaerei un centrocampista ed un centrale, peraltro la partita se il CIAPANO’ PAIRETTO (figlio d’arte….) non rifila un secondo giallo (inesistente) a Hernani di certo non si sarebbe perso.
    Ma è noto al colto ed all’inclita che a bocce ferme i divanisti affermino che avrebbero avuto la soluzione in tasca.
    forza Parma.

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