CATTIVO CITTADINO di Gianni Barone / AZIONE E REAZIONE
(Gianni Barone) – Secondo il terzo principio della dinamica o principio dell’azione e reazione applicata al calcio, quando capita un’azione (negativa, leggi sconfitta per 4-0) da parte di un corpo A, nei confronti di un corpo B, allora B (leggi Parma) esercita una forza uguale (forse un po’ meno, solo 2-0) e contraria nei modi e nei tempi nei confronti di un corpo C (squadra del Perugia sufficientemente arrendevole). Contraria, rispetto al cliché prestabilito dalla prassi, in quanto al posto della gestione della palla – talvolta abulica e stucchevole – si è proposto un gioco, giudicato, “sporco” (o pratico, che dir si voglia), sempre secondo la prassi di cui sopra e sempre secondo la linea auspicata da questa rubrica che non ha mai fatto – giammai! – questione di moduli o sistemi e nemmeno di uomini impiegati in questo o in quel ruolo, all’indomani di rovesci come quelli capitati negli ultimi mesi. Pecchia ha rinunciato alla sua linea X, fatta di gioco e di possesso palla insistito, per abbracciare la linea Y, più newtoniana, nel senso più sintetico ed autentico del termine.
Si è giunti alla quadratura, andando in soccorso della fisica o meglio del fisico del ruolo dei due mediani, Juric ed Estevez, che combinati insieme garantiscono argine e protezione migliore rispetto a quando viene schierato il più tecnico ed euclideo Bernabè, al fianco di uno dei due sopracitati. Finalmente fiducia a Circati al centro, in luogo del non sempre sicuro Balogh, e spazio a sinistra a Valenti molto più abile negli assist (vedi quello perfetto per il gol di Beneck) in luogo dell’osannato (non si sa fino a quanto a ragione) Oosterwolde attratto, a quanto pare dalle voci di mercato, da sirene turche sempre più insistenti e concrete.
Un Parma che per liquidare il non irresistibile Perugia, fa ricorso alla praticità, quando si mette di buzzo buono, riesce a sfoderare prodezze degne di nota e di applausi, di testa e di piede come i due gol segnati al Grifo umbro. L’altalena, alto (Inter), basso (Bari), e ancora alto (Perugia) continua e non si sa al momento, quando durerà per convertirsi in quella continuità alla cui ricerca ci si affanna ormai da quasi un triennio.
Si dirà, ora, che le motivazioni arrivano solo in presenza di avversari titolati oppure solo all’indomani di sconfitte clamorose quasi al limite dell’incredibile (se non dell’indecenza). Invece, si tratta solo di riuscire a ritrovare, anche a scapito di cambiare identità, o forse finendo per scalfire certezze quasi consolidate, quell’atteggiamento vincente troppo spesso lasciato nelle pieghe di fraseggi e possessi palla inutili e talvolta dannosi.
Per la prima volta, dopo la vittoria all’andata col Cittadella, i Crociati hanno avuto ragione di un avversario sulla carta, e finalmente anche sul campo, inferiore. Sembra incredibile; ma è così, senza tanto crogiolarsi in un tentativo di gioco propositivo, per avere la supremazia territoriale, si è arrivati all’obiettivo di non farsi imbrigliare da tattiche ostruzionistiche o iperdifensive dell’avversario che le cronache recenti descrivevano in salute e in decisa ripresa. Anche se così, ad occhio nudo, non è proprio apparso in maniera evidente.
Ora, con il pericolo della contestazione che incombeva, si è ritrovato lo stimolo a fare bene e a reagire: sarà forse questo il segreto? Chissà: staremo a vedere. Intanto constatiamo se questo passo in avanti bloccherà qualche trattativa di mercato in atto, o forse solo annunciato a mezzo stampa, oppure no. Vedremo, anche in questo caso, perché a furia di considerare falsi alcuni problemi, si finisce per non risolverne altri più autentici. Se ci saranno cessioni, ben vengano, se interessano giocatori di cui si potrebbe benissimo anche fare a meno.
Il Valenti, laterale sinistro sembra molto meglio che non quello visto come centrale, e l’Ansaldi del primo tempo, sempre a sinistra alto, pur non ancora al top della resistenza per novanta minuti, non sembra che possa far rimpiangere l’Oosterwolde di Bari (e non solo).
Qualcuno obietta che la squadra così com’è e come si trova non riesce a supportare la presenza simultanea di elementi molto tecnici e poco di lotta come Vazquez e Bernabè e la staffetta da 6 minuti o giù di lì tipo Rivera/Mazzola, dei tempi di Mexico 70, potrebbe anche avvalorare questa tesi. Non ne vorremmo essere del tutto certi e vorremmo anche escludere che un simile impiego part time del giovane spagnolo potrebbe essere propedeutico ad una sua cessione eccellente a qualche club che ne abbia fatto richiesta. Privarsi di un giocatore del genere, se non in caso di offerte irrinunciabili, non lo si può fare certo a cuor leggero, anche se le vie del mercato sono infinite e spesso indefinite. Sta di fatto che ci troviamo, per l’ennesima volta, davanti al bivio della prossima partita da considerare quella della svolta e della maturità. Di certo il Parma col Perugia, meno lezioso ed arzigogolato nel palleggio e nel gioco, ma più concreto e naïf potrebbe indurre ad più timido e auspicabile ottimismo non solo di maniera. Gianni Barone
il sospetto che la squadra sopratutto in trasferta faccia fatica a sopportare bernabe ‘ e vasquez c è tutto alla fine facevamo più punti quando bernabe’ era infortunato questo è un dato statistico . Poi visto la rotazione continua di giocatori e i cambi di 5 uomini possono favorire uno spazio consono a bernabe’ senza rompere gli equilibri . Certo con juric ed estevez la squadra è più solida e si avvicina alla richiesta dei tifosi meno palleggio più concretezza . Permane in modo evidente il problema punta inglese e un ex giocatore . Charpentier dopo settimane che si allena mi riesce difficile pensare che non possa fare più di 4 minuti in campo qualcosa non quadra, temo che non piaccia a pecchia che gli sia stato imposto non l ho visto così rotto da non giocare !!!insomma uno o è infortunato o non lo è ‘ a sentire pecchia non si capisce percorso lungo per charpentier ma di cosa ? io l ho visto che corre e scatta per cui ? mancherà ritmo partita ma in 15 gg un professionista lo raggiunge certo se non lo fai giocare ……. idem romagnoli possibile che vada in panca e non possa fare 14 minuti quando è sceso infortunato il centrale se non lo fa giocare non tornerà mai in forma de sul 2-0 non si fida di fargli fare 14 minuti insomma scherziamo che professionisti non possono fare 14 minuti in campo anche solo con 10 gg di allenamento che poi anche se infortunati non è che stanno fermi come i dilettanti
Ma Lasa liiii….!!!! Se nn vincevo ieri eri da rottamazione senza incentivi!!!
Contro una squadra da serie D.
Abbiamo giocato in maniera sporca come probabilmente il Perugia non si attendeva. Vediamo ora a Cosenza, partita simile a quella di ieri. Se vincessimo forse avremmo finalmente imparato qualcosa della B.
Il calcio è business ed industria (frase di Agnelli) ipse dixit.
Di conseguenza ogni genere di affari è consentito, ma come si può contabilizzare correttamente a bilancio il valore di un calciatore se come ammesso da tutti non esiste un parametro oggettivo per la valutazione dello stesso?
Sino a quando non sarà compilata e validata dagli organi federali una tabella di valutazione con criteri il più oggettivi possibile, tutto è legittimo e solo la prova diabolica (vedi ad esempio le intercettazioni) è in grado di provare l’eventuale presenza di un reato di bilancio.
PANEM ET CIRCENSES DOCET!! oppure no LEI che ne pensa?
mica vorrai un catasto dei giocatori, su, che tabelle e tabelle