IL COLUMNIST di Luca Russo / FUOCO AMICO

(Luca Russo) – Tra le conseguenze negative generate dalla disfatta di Lecce, ce n’è una di cui onestamente mi riesce difficile intuire le origini. Ed è il cosiddetto fuoco amico, cioè quel fiume di critiche non costruttive che noi stessi, noi stessi intesi come appassionati e tifosi del Parma, indirizziamo, talvolta con un linguaggio abbastanza sopra le righe, sulla squadra per cui facciamo il tifo. Ci sono già tanti avversari che in un modo o nell’altro stanno godendo della situazione in cui ci siamo cacciati, consapevoli che il nostro rendimento deludente sta di fatto liberando, almeno per ora, un posto nella corsa alla promozione. Perché metterci anche noi a fare le pulci, ripeto in modo per nulla propositivo, ai ragazzi di Maresca quando siamo sommersi dal fuoco nemico? Faremmo decisamente meglio a limitarci alle analisi razionali di ciò che non va (troppo) e di ciò che al contrario va (troppo poco) in questo momento. A proposito delle offensive che ci piovono addosso da parte di chi non è un gialloblù, una delle osservazioni scaturite dopo la Caporetto del Via del Mare che ho capito meno delle altre è quella indirizzata a Buffon. Qualcuno sostiene che SuperGigi abbia commesso un errore di valutazione nell’accettare di ritornare nella squadra che lo aveva lanciato nel calcio che conta per riportarla in A. E che cosi facendo stia rovinando la propria immagine calcistica e di riflesso la propria storia professionale. Mi permetto di dissentire da una considerazione del genere che ritengo sia evidentemente condizionata dalla posizione di classifica in cui ci troviamo. L’obiezione da sollevare sul tema è abbastanza facile da ricercare e si può tradurre in una domanda da rivolgere a chi crede che il portiere Crociato non dovesse scendere così in basso: e se poi il Parma riuscisse a salire in A? Come la metteremmo? In quel caso avrebbe fatto bene l’ex saracinesca della Nazionale a intraprendere la difficile avventura all’ombra del Battistero? Per quanto mi riguarda, il numero uno dei numeri uno non poteva compiere scelta più performante che quella di ripartire dal via. E il perché a mio modo di vedere è presto detto: l’immagine se la sarebbe guastata se fosse andato a “svernare” ad altre latitudini nella comfort zone di un ingaggio con molti più zero di quanti legittimamente gliene ha offerti il Parma, il suo Parma, il nostro Parma. E invece l’estremo difensore originario di Carrara ha seguito la rotta dei sentimenti e delle motivazioni: non è da tutti ritornare dal primo amore; non è da tutti ritornare dal primo amore che ha qualche cicatrice di troppo, ma che è reso ancor più bello e affascinante proprio dai graffi lasciati dal tempo; non è da tutti rimettersi in gioco e in discussione dopo aver sollevato più trofei che palloni dalla propria rete. Una decisione che, insomma, ne ha confermato lo spessore caratteriale e la cifra tecnica, perché la cadetteria sotto certi aspetti è un torneo che può rivelarsi più insidioso, estenuante e complesso delle manifestazioni di rango assai superiore alle quali Buffon ha partecipato svariate volte nel corso della sua carriera. Senza trascurare un altro aspetto non secondario: in tanti al suo posto avrebbero magari optato per appendere i guantoni al chiodo da vincenti, evitando il rischio di sporcarseli esponendosi alle trappole tipiche della Serie B. Non SuperGigi che, sposando la causa del Parma che vuole riprendersi la A malamente perduta pochi mesi fa, e in questo modo dimostrandosi concretamente riconoscente nei confronti della realtà che gli ha permesso di arrivare dove poi è arrivato, ha consegnato il suo esempio e la sua storia a chiunque ne abbia bisogno per ritrovare sé stesso e per fare passi avanti facendone qualcuno indietro. Al Parma il numero uno dei numeri uno non ci è venuto per garantirsi una rilassante conclusione della carriera, al Parma ci è venuto per scrivere, insieme ai compagni di squadra, un’altra pagina di storia. Una storia sulla quale non cala il sipario se si è disposti, come lo è Buffon, a farla ricominciare. E qui mi faccio aiutare dal testo di una canzone di J-Ax, Intro, che sembra fatta su misura per i personaggi alla Buffon. Che dopo aver visto il mondo dalla cima rischiava di restare “intrappolato al top come un topo”. E invece ha voluto ricominciare da meno di zero, raccontarsi in un’altra versione e riprendere il suo personale spettacolo da un altro palcoscenico. Un gesto che da solo vale il prezzo del biglietto dell’intera stagione, indipendentemente da ciò che ci riserverà. “Non sempre un uomo di successo è un uomo di valore”. Buffon sfugge a questa regola e il suo vissuto, da uomo di successo e di valore, ci insegna che “non è mai finita finché non lo decidi tu”. Luca Russo

14 pensieri riguardo “IL COLUMNIST di Luca Russo / FUOCO AMICO

    • 9 Novembre 2021 in 19:49
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      Il calcio di Fifa 22!

  • 9 Novembre 2021 in 18:22
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    Ripeto Russo, la smetta di trollare che ci pensa già l’allegro duo, in inglese dag un taj

  • 9 Novembre 2021 in 19:39
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    C’era una volta un bel show di Massimo Ranieri che si intitolava ” Sogno o son desto”….per quanto mi concerne sono disilluso da tempo e penso che non sia fuoco amico, bensì critica costruttiva segnalare certe situazioni critiche e criptiche,come ad esempio quelle rilevate anche oggi sulla nostra Gazza da Grossi ….Comunque ognuno il calcio lo interpreta a modo suo ma resta il fatto che sempre Grossi ha evidenziato la perla odierna ovvero che è stato raggiunto un record infatti “nella sua intera storia il Parma non aveva mai subito 4 goals nel primo tempo” direi che l’attuale squadra di comando societaria se si interessa ancora al Parma come società sportiva e non solo come veicolo di business ne può andare fiera: è una medaglia al disvalore.
    Vorrei solo sommessamente ricordare, spero senza essere tacciato di disfattismo, che il marchio PARMA appartiene, come simbolo ai parmigiani, e va salvaguardato in tutti i sensi perchè come è un traino commerciale se le cose vanno bene, al contrario, quando vanno alla deriva sono pubblicità negativa per tutta la città e le sue componenti anche aziendali e non solo, quindi è giusto e doveroso con rispetto esprimere la propria opinione e non mi sembra il caso di innalzare le insegne della guardia pretoriana nè di scandalizzarsi, con serenità e calma, la situazione è grave ma non seria…

  • 9 Novembre 2021 in 21:43
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    Figa ragazzi, qui stiamo andando sull’intellettuale, si cita addirittura Massimo Ranieri, miga secspir o Pirandello…

  • 9 Novembre 2021 in 21:46
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    Russo amico mio lei ha ragione: coi giovani di belle speranze bisogna avere pazienza;per mettere in pratica il gioco di Maresca serve tempo;è un progetto fatto per andare in A e restarci con i giocatori giovani stranieri di proprietà da lanciare nel grande calcio;la classifica conta in primavera;quando la classifica conterà saremo in corsa per la promozione;anche Bielsa al primo anno al Leeds non ha centrato la promozione;si è cambiato tanto e i cambiamenti necessitano di tempo….
    Posso andare avanti con queste cazzate per altre 60 righe. Ma sappiamo tutti che sono solo cazzate. Siamo lo zimbello d’Italia da due anni e la misura non è colma di più. Questi pagliacci devono levarsi dai maroni alla veloce.

  • 9 Novembre 2021 in 21:55
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    Speriamo di perdere malamente anche le prossime due. Vediamo se riusciamo a liberarci da questo incubo di ciarlatano almeno. Poi potremo sperare di liberaci anche dei circensi americani.

    • 9 Novembre 2021 in 22:41
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      Se lei non ha ambizioni di lavorare per il Parma calcio come responsabile della comunicazione, signor russo crede veramente di fare “del bene” alla squadra, alla società e ai tifosi, cercando sempre di vedere un bicchiere mezzo pieno?
      Nella vita è certo meglio essere positivi e ottimisti ma il Tonino guerrismo esasperato dubito produca risultati invidiabili.
      Detto ciò, spero che alla fine abbia ragione lei e torto io. Ma a Parma è comunque bene cominciare a aprire gli occhi perché i presidenti benefattori nel calcio NON SONO MAI ESISTITI.
      E se uno spende, perde quasi sempre , vede il patrimonio salutarsi ogni giorno e non dice niente, vuol dire che non gliene può fregare di meno.
      Le ennesima cazzate dette da Maresca nel post partita ( enfatizzate da giornalisti sportivi) DA SOLE GIUSTIFICANO IL LICENZIAMENTO.
      Dette da una persona in malafede o stupida o totalmente disinteressata. Idem per ribalta. Krause Silente e assente. Veda lei dove sia il bicchiere mezzo pieno.

  • 10 Novembre 2021 in 09:34
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    Allora, mi pare che per lo meno si è quasi tutti d’accordo nel definire fallimentare la gestione Maresca e di conseguenza la gestione Ribalta /Krause per questa stagione. La stagione passata volutamente l’ho messa da parte per non deprimermi ulteriormente. Anche l’immobilissima stampa locale sta cominciando a far barcollare il castello di carta attaccata con lo sputo e vedere le cose per quello che sono. Non mi sento di giudicare le persone poiché i fatti sono evidenti ed è quindi lecito aspettarsi che la tifoseria e la stampa locali pongano le colpe a chi di dovere. Viviamo tempi bui sia sportivamente che socialmente ed è davvero difficile far sentire la pressione addosso agli addetti ai lavori. Credo si debba portare avanti l’idea di difendere il bene comune che è il Parma da chi il Parma lo sta affossando con o senza coscienza di farlo. La società Parma Calcio che mai come oggi risulta a distanza intergalattica da noi tifosi in qualche modo deve percepire questa pressione. L’incontro della tifoseria organizzata a fine partita credo sia stato poco produttivo. Solamente poche persone in quel gruppo avranno capito davvero cosa significhi farsi carico di portare su e giù per l’Italia i vessilli della propria squadra e città. Il senso di appartenenza ad una comunità e ad una maglia per la quale hai sacrificato ore di tempo, denaro, famiglia ecc… tutto questo qualche giovincello già milionario fa fatica a capirlo, gli manca la gavetta, l’esperienza dal basso. Ecco, questi ragazzi sono già stati catapultati a certi livelli e deduco che capiscano poco e nulla della passione e del tifo vero. Sono cresciuti con la Playstation e di fatto vivono fuori dal contesto “analogico” del tifo. Gli andrebbe spiegato che cosa vuol dire sudare per la maglia. Tuttavia mi rendo conto come con le sconfitte anche l’appeal del Parma nel mondo stia venendo meno. Temo un oblio giustificato dal rifiuto di tifare per una squadra che continua a generare figuracce dappertutto, dove i giornalisti, gli allenatori avversari e i giocatori ti prendono per il cu** ogni santa domenica. E non c’è modo di farli reagire nella giusta maniera perchè vuoi che parlano 6 lingue diverse e vuoi che hanno già la pappa pronta e garantita non daranno mai il 100%.
    Qui una società seria dovrebbe intervenire. Duramente. Togliendo loro ogni alibi. Fornendo loro una guida sicura e di carattere per forgiarli come uomini prima che come calciatori, per far capire loro certi valori. E qui torno alla realtà visto che la nostra società non ha fatto e credo non farà nulla di quanto scritto sopra, per ragioni che ignoro: Testardaggine, ignoranza abissale di come funziona il calcio,altri scopi a noi sconosciuti.
    Tutti quelli che hanno a cuore il Parma devono quindi fare fronte comune per far capire all’attuale Presidente e a tutto il suo Estabilishment come ci si deve comportare qui a Parma e cosa noi PRETENDIAMO dalla società in quanto custode e non padrona del Parma attualmente.
    Mobilitiamoci in qualche modo, remiamo tutti nella giusta direzione e vediamo cosa accadrà.
    Se tutto tacerà a quel punto almeno avremo la certezza di chi avremo davanti una volta per tutte.

    • 10 Novembre 2021 in 12:17
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      Grande nolan, totalmente d’accordo con te

  • 10 Novembre 2021 in 11:14
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    fuoco amico ? in altre piazze maresca e ribalta sarebbero dovuto scappare di notte !! ma cosa sta dicendo a parma c è una tranquillità pazzesca nessun contesta ! non c è critica giornalistica domande sempre mielose , nessuno che faccia una critica a un presidente totalmente avulso dal calcio con progetti utopici e bisognerà controllargli i conti perché potremmo avere nuove sorprese dopo il bresciano ! non c e fine al peggio diceva in proverbio . Non c e contestazione alcuna dei tifosi a parte qualche fischio , ci vuole togliere anche quello ? ma dove lo vede il fuoco amico forse a napoli ? perdiamo 4–0 dopo il primo tempo e non c è contestazione dei tifosi questo e ‘ il problema l anomalia …… che c è troppo menefreghismo a parma bisognerebbe invece chiaramente senza violenza per carità e secondo legge fargli sentire più pressioni ai giocatori e allenatore compreso ribalta e krause a cui non darei la licenza del nuovo stadio se non dimostra di saper ottenere i risultati sportivi

  • 10 Novembre 2021 in 11:27
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    Nolan hai ragione su tutto. La situazione è veramente drammatica, se possibile peggio ancora del 2015. Allora almeno un briciolo di orgoglio lo vedevi e la gente lo percepiva, questi circensi incapaci non fanno che farci (e farsi) prendere per il culo ogni domenica dalle Alpi a Lampedusa e hanno distrutto quel poco che c’era. Purtroppo Manfredini la sola cosa che farà è prendere un foglio A4 dal cassetto della stampantina che hanno li al centro di coordinamento e scrivere col pennarello una frase non troppo offensiva. Ma questo non prima di aprile, perché si sa “la classifica conta in primavera e coi giovani, soprattutto se stranieri e con un progetto nuovo ci vuole pazienza”.

  • 10 Novembre 2021 in 12:48
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    Secondo me se andiamo a vedere gli articoli dello scorso anno ne troviamo uno uguale del signor Russo e altri che ci assomigliano degli altri editori…
    Ma questo non è sbagliato perchè è tutto uguale allo scorso anno a parte la serie del parma (da A a B) che sarà l’unica a essere diversa anche il prossimo (C)
    Chissà che allenatore ci propineranno…

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